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Mi segnalano, con divertimento, le goffe e scomposte lamentele di piccoli Giamburrasca di provincia: battendo ringhiosamente il piede a terra come dei belzebu, si lagnano con la schiuma alla bocca del fatto che i quotidiani grandi come quelli piccoli, e perfino quelli che loro – con fervida immaginazione – pensavano “amici”, li ignorano sovranamente. Come se mai fossero venuti al mondo. Come polvere sugli stivali della storia. Ovviamente, nella loro estrosa narrazione, si tratta dell’ingiusto trattamento persecutorio che gli imperscrutabili e mefistofelici poteri forti, nelle loro blindate e oscure cabine di regia, hanno malignamente decretato di riservare loro; sรฌ proprio a loro, che sono i martiri della libertร , i paladini della giustizia e gli ardimentosi redentori del genere umano. Un salto di qualitร , certo difficile, si avrebbe il giorno in cui questi maldestri Giamburrasca della politica contemporanea, questi goffi Pierini che mirano a fare del dissenso una comoda poltrona, avviassero una seria quanto disincantata riflessione sulla propria irrilevanza politica e sui motivi che la determinano: il giorno in cui, cioรจ, dall’analisi superficiale delle cause esogene, riuscissero a traslare l’attenzione al piรน impegnativo piano dello studio delle cause endogene. Per poter cosรฌ scoprire che la propria consistenza culturale e politica, lungi dall’essere shakespearianamente intessuta della stoffa dei sogni, coincide con il nulla impastato al niente. Assenza totale di prospettiva culturale e di visione progettuale, di consapevolezza dei rapporti di forza e delle possibilitร reali. Ma poi anche mancanza pittoresca di riflessione di lungo periodo e di capacitร di capire la cosa, invero, piรน semplice e alla portata di tutti: ossia che il passare la propria vita ad attaccare le altre forze del dissenso significa essere inconsapevoli burattini del potere dominante. Sono, in quanto tali, deleteri per la causa del partito del dissenso di cui siamo faticosamente in cerca. Partito che fatica a crearsi anche grazie a questi macchiettistici Giamburrasca, il cui livore รจ inversamente proporzionale all’acume politico. Lo sottolineo giust’appunto per prevenire l’accusa di chi mi dicesse – e sarebbe un telum imbelle sine ictu – che anch’io, con queste considerazioni, contribuisco a frammentare il fronte del dissenso: al contrario, provo a edificarlo smascherando ciรฒ che a oggi lo rende impossibile. E ciรฒ affinchรฉ, individuato e rimosso l’inconsapevole burattino del sistema, il partito unitario del dissenso possa finalmente prendere vita. Hegelianamente, provo a negare il negativo per rendere possibile una superiore sintesi. La prima evocata riflessione sulle cause endogene indurrebbe, auspicabilmente, i nostri Pierini dalla gracile struttura di pensiero a scoprire che il silenzio, oltre che al nemico vero, si riserva anche a colui del quale non v’รจ nulla da dire. Insomma, si puรฒ intenzionalmente non parlare del leone, giacchรฉ si conosce fin troppo bene – e si teme – la sua forza incontenibile. E si puรฒ, al di lร di ogni intenzione, non parlare della zanzara, dacchรฉ si ignora la sua esistenza. Prendere coscienza del proprio essere zanzara e non leone puรฒ essere, in ambito politico, il giusto “initium sapientiae”.