I Paesi del G7 hanno disertato la commemorazione della bomba atomica su Nagasaki perché tra gli invitati non c’era Israele. Naturalmente anche il governo italiano si è puntualmente macchiato di questa ulteriore infamia. Che Israele non sia invitato in questa commemorazione pare del tutto ragionevole, considerato il fatto che negli ultimi mesi ha sganciato un niente affatto esiguo numero di bombe e forse non appare l’invitato ideale per commemorare l’orrore di Nagasaki. Che i Paesi del G7 disertino la commemorazione perché non c’è Israele appare una vergogna senza limiti, l’ennesima vergogna di un Occidente che già da tempo proponiamo di qualificare come uccidente (si veda il nostro studio “Glebalizzazione”). D’altro canto, a dirla tutta, l’occidente non si è mai pienamente pentito dello sgancio atroce delle due bombe atomiche, ancora oggi giustificate ignobilmente come un male necessario contro il Giappone: o, più precisamente, contro un Giappone ormai sconfitto. Lo sgancio delle due bombe atomiche fu l’ultimo atto della seconda guerra mondiale e il primo della guerra fredda. In relazione allo sgancio delle bombe atomiche, vi è chi giustamente ha parlato di primo gesto post-occidentale della storia: variando sul tema, potremmo dire che è il primo gesto post-occidentale e, insieme, il primo gesto pienamente “uccidentale”, se si considera che lo sgancio delle due bombe atomiche ha fatto morire in un istante, con un gesto puramente tecnico, migliaia di persone innocenti, colpevoli soltanto di trovarsi e Hiroshima e Nagasaki in quel momento sciagurato. L’occidente si è giustamente pentito dei gulag e di Auschwitz, ma non delle due bombe atomiche: con la conseguenza tragica per cui oggi la minaccia atomica ancora sopravvive e i bombardamenti sono proseguiti anche dopo il 1945, assai spesso giustificati come male necessario. Il fatto che i Paesi del G7 non siano presenti alla commemorazione di Nagasaki suona particolarmente osceno nel momento storico particolare che stiamo vivendo.
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