Esce in questi giorni un surreale articolo su “il foglio”, giornale saldamente schierato su posizioni liberal-atlantiste. L’articolo tratta della vexata quaestio dell’immigrazione di massa e lo fa naturalmente dalla prospettiva dell’ordine mondiale turbocapitalistico. È firmato Cerasa, che così scrive in un quasi lirico passaggio del surreale articolo: “l’economia dice che serve immigrazione, tanta, buona e regolare. E anche il governo ha capito: l’immigrazione si governa, non si ferma. Ciao sovranisti”. Alcuni rilievi critici si impongono come necessari. Anzitutto l’ideologia della naturalizzazione dei fenomeni storici, presentati come ineluttabili fatti naturali che semplicemente debbono essere registrati alla stregua dell’eclissi o dell’andamento dei pianeti. In secondo luogo, il telogumeno “l’economia dice che”, quasi come se si trattasse di una divina luce che generosamente scende dall’alto a illuminare la nostra strada. In terzo luogo, la prospettiva che celebra l’immigrazione di massa dal punto di vista dei “vantaggi” che essa comporterebbe per il mondo del lavoro: vantaggi che naturalmente vanno tutti a beneficio della classe capitalistica transnazionale, che tratta e considera i migranti come “risorse” da cui ricavare pluslavoro e dunque plusvalore. La plutocrazia neo-liberale ha certamente bisogno dell’immigrazione di massa, giacché ciò comporta l’arrivo di braccia a basso costo che garantiscono la massimizzazione del profitto e l’abbassamento generale delle condizioni delle classi lavoratrici. Parafrasando Marx, il capitale giubila all’arrivo dei migranti come il vampiro al cospetto del sangue umano. Dietro la retorica arcobalenica dell’accoglienza e dell’integrazione si nasconde il grigio – il colore del nostro tempo, ha rilevato Sloterdijk – dello sfruttamento e del profitto. Anche per quel che riguarda la questione dell’immigrazione, appare lampante il nesso simbiotico tra la destra del danaro e la sinistra del costume così come lo abbiamo studiato nel nostro libro “Demofobia”: la prima vuole le braccia a basso costo dei migranti e la seconda celebra l’immigrazione di massa come imperdibile occasione di incontro multiculturale che deve essere difeso e anzi potenziato.

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Di admin