Il guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, è stato ospite del programma televisivo condotto da Bruno Vespa e recante il titolo di “porta a porta”. Una pagina particolarmente triste della storia della televisione italiana, va pur riconosciuto. Intanto, il guitto ha potuto sermoneggiare senza alcun contraddittorio, nella migliore tradizione del pensiero unico fintamente pluralistico che caratterizza il tempo della globalizzazione neoliberale. Come sappiamo, il pensiero unico politicamente corretto si fonda su un pluralismo fittizio, poiché per un verso esibisce e ostenta il pluralismo e per un altro riduce i plurali a varianti del messaggio unico, neutralizzando ogni reale alterità rispetto all’ordine simbolico egemonico. Il deplorevole spettacolo del guitto della tribù dei nasi bianchi ha raggiunto il suo momento di massima espressività allorché la marionetta manovrata da Washington e avente un ego meringato è riuscita a dire che se l’Ucraina dovesse perdere la guerra, allora la Russia attaccherebbe l’Europa e naturalmente anche l’Italia. Ovviamente non ha portato lo straccio di una prova a sostegno di questa tesi strampalata, buona solo a generare timore presso gli spettatori e dunque a indurli ad accettare magari anche le ragioni di una guerra preventiva di Washington contro Mosca. Di più, il guitto lascia intendere che l’Italia deve impegnarsi ancor di più nel supportare l’Ucraina con soldi e armi, come peraltro sta facendo fin da quando questa scellerata guerra è principiata. Naturalmente, il guitto non ha mancato di sottolineare la propria gratitudine al governo di Giorgia Meloni, che tanto si sta impegnando per sostenere le ragioni dell’Ucraina a suon di miliardi e di armi. Del resto, ancora ricordiamo bene i tenerissimi abbracci tra il guitto e la sorella d’Italia…
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