Il guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, si congratula su X con Mark Rutte per la designazione a Segretario generale della Nato. Lo definisce “un leader forte e rispettoso dei principi” che “ha dimostrato la sua risolutezza e visione in molte occasioni negli ultimi anni”. Il guitto dei guitti, la marionetta di Washington, ringrazia anche l’uscente Stoltenberg “per il suo notevole contributo al rafforzamento della Nato nei dieci anni del suo mandato nonchè per il suo incrollabile sostegno alla lotta per la libertà dell’Ucraina”. Questi attestati di stima sono particolarmente significativi, poiché rivelano una volta di più come la Nato sia soltanto il braccio armato dell’imperialismo della civiltà dell’hamburger, la quale sta sempre più rapidamente realizzando una delle sue missioni fondamentali: accerchiare la Russia per farla capitolare e, dunque, per neutralizzare uno dei più potenti Stati che ancora resistano alla globalizzazione come americanizzazione imperialistica del pianeta. Rispetto a questo progetto, lo sappiamo bene, il guitto Zelensky figura come una semplice marionetta eterodiretta, dacché questa di fatto è la guerra che Washington sta conducendo contro la Russia utilizzando l’Ucraina come semplice strumento. Sicché, contrariamente a quel che le retoriche politicamente corrette e addomesticate in nome dell’interesse imperialistico vanno ripetendo a tambur battente, il guitto Zelensky non si sta battendo per difendere l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina e del suo popolo: viceversa le sta sacrificando sull’altare della libido dominandi della civiltà del dollaro e del suo sfrenato imperialismo, principale nemico della pace nel mondo. Dopo la Russia, sarà verosimilmente il turno della Cina, anch’essa eroicamente resistente alla americanizzazione imperialistica del mondo. Ci pare del tutto ragionevole sostenere che il nuovo segretario Rutte, come già abbiamo sottolineato, continuerà sulla nefanda via bellicista percorsa dal predecessore Stoltenberg, meritandosi l’epiteto di falco non solo nel modo di gestire le politiche economiche ma anche in quello di condurre le questioni dei rapporti internazionali. Come non ci stanchiamo di ripetere, e come già Sandro Pertini aveva precocemente sottolineato, occorre opporsi alla Nato, giacché si tratta di uno strumento di guerra al servizio della potenza espansionistica americana.
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