Lo scorrimento liquido e illimitato dei capitali finanziari del tempo globalizzato, che si spostano senza ostacoli da un capo all’altro del mondo ridotto a piano liscio e fluido, richiede come propria condizione inaggirabile lo scioglimento di ogni elemento solido sia sul piano reale, sia su quello simbolico: sul piano reale, mediante l’abbattimento delle frontiere degli Stati nazionali, la distruzione di ogni Stato non interno al mercato unico (da cui la retorica degli “Stati canaglia”, dell’imperialismo etico dei diritti umani, dei nuovi Hitler come altrettanti pretesti per nuove Hiroshima), la spoliticizzazione integrale dell’economia, la desovranizzazione a livello globale, lo smantellamento dei diritti sociali, l’“intervento universalistico-umanitario in tutto il globo”; sul piano simbolico, per il tramite della destrutturazione dei valori e dalla sfera simbolica non ancora organica al capitale, ma poi anche attraverso la completa deeticizzazione del mondo della vita, ossia appunto la distruzione dell’elemento etico non completamente affine alla logica dell’onnimercificazione.
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