Il nuovo Parlamento Europeo, formatosi dopo le recenti elezioni, parte male, anzi malissimo: ha approvato la possibilità per l’Ucraina di attaccare direttamente il territorio russo. Si tratta di una scelta di una gravità inaudita, che segna un ulteriore passo verso la catastrofe finale, vale a dire verso la guerra mondiale. Un passo alla volta, stiamo procedendo con stolta solerzia verso l’abisso o, se preferite, verso la notte che non ha mattino. La scelta del Parlamento Europeo ci impone una duplice considerazione telegrafica. In primo luogo, abbiamo la conferma della nostra tesi: con le elezioni europee, non cambia l’ordine delle cose, ma semplicemente il cameriere con la livrea fucsia cede il passo al cameriere con la livrea bluette, ugualmente zelante nel servire il padronato cosmopolitico e l’imperialismo a stelle e strisce, rispetto al quale l’Europa tutta figura come una colonia senza dignità. Secondo quanto ho provato a chiarire in maniera estesa nel mio studio “Demofobia”, destra e sinistra sono oggi soltanto le due ali dell’aquila neoliberale, i due poli dell’alternanza senza alternativa, buoni soltanto a far apparire democratico un ordine che non lo è e nel quale decide sovranamente in modo non democratico la classe capitalistica transnazionale, imponendo i propri ordini ora al cameriere con la livrea fucsia, ora a quello con la livrea bluette. I due camerieri si limitano a recepire gli ordini e a obbedire sull’attenti. Per quel che riguarda la nostra sventurata Italia, non sfugga che hanno votato a favore di questa folle decisione tanto il Partito Democratico quanto Fratelli d’Italia e Forza Italia. Che la destra voti per la guerra, non sorprende, essendo la destra da sempre la parte del potere e dell’ordine dominante. La vera novitas degli ultimi trent’anni riguarda il fatto che anche la sinistra si è squallidamente appiattita sulle posizioni dell’imperialismo di Washington fintamente umanitario: tutto cominciò con la Serbia nel 1999, quando il popolo dei “militonti” della sinistra post-comunista scese in piazza a sostegno dell’imperialismo di Washington voluto dal governo D’Alema e ovviamente presentato subdolamente come imperialismo umanitario, come interventismo etico, come bombardamento democratico. Da quel momento, la sinistra moriva simbolicamente dopo essere già morta realmente con il 1989. Cessava di essere la nobile parte dell’opposizione all’imperialismo e della difesa delle lotte di liberazione nazionale, per diventare pienamente sinistrash neoliberale e atlantista, di sostegno dell’imperialismo dei bombardamenti umanitari e dei missili democratici. La metamorfosi kafkiana era compiuta, e la sinistra non stava più con il lavoro ma con il capitale, non stava più con i popoli oppressi ma con l’oppressore a stelle e strisce. Con i sonetti di Shakespeare, più delle erbacce puzzano i gigli marciti. La seconda questione che voglio celermente trattare riguarda il fatto che ormai dovrebbe essere notum lippis et tonsoribus, direbbe il poeta Orazio, che questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina, essendo invece la guerra della civiltà dell’hamburger e del codazzo delle sue colonie contro la Russia, colpevole di non piegarsi al nuovo ordine mondiale americanocentrico e a quella globalizzazione che in realtà altro non è se non l’americanizzazione coatta del mondo. Come più volte abbiamo ripetuto, si scrive Occidente ma si legge uccidente. E come più volte abbiamo egualmente ripetuto, dobbiamo sperare in una Russia e in una Cina forti e unite, in grado di resistere insieme all’imperialismo di Washington e delle sue colonie per propiziare l’emergenza di un mondo multipolare, sottratto al dominio della civiltà dell’hamburger, quella che con le disgustose parole di Bill Clinton pretende di essere “la sola nazione indispensabile”.

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Di admin