«Ciò che, senza ragionamento, nella semplice apprensione, produce in noi il sentimento del sublime, può apparire, riguardo alla forma, come in contrasto con la nostra immaginazione, inadeguato alla nostra facoltà di esibizione e quasi come violento contro l’immaginazione stessa; nondimeno però soltanto per essere giudicato tanto piú sublime, per quanto maggiore è tale violenza» (I. Kant, “Critica del Giudizio”)
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