Socrate

Vi sono novità sul fronte del brutto episodio della recente intervista su Ventotene a Romano Prodi, l’uomo che ci portò nell’euro e che fu advisor di Goldman Sachs: indubbiamente uno dei politici più potenti della storia recente italiana, puntualmente allineato con l’ordine della globalizzazione neoliberale. Si è molto discusso in questi giorni dell’intervista, particolarmente sgradevole, per i toni rigorosi e palesemente infastiditi di Romano Prodi. La giornalista aveva dichiarato che l’euroinomane di Bruxelles le aveva addirittura tirato i capelli: ma fino a quel momento, in assenza di prove, era la sua parola contro quella di Prodi. Tant’è che molteplici araldi dell’ordine liberal-progressista e dell’armata Brancaleone della sinistrash che ha rinnegato Marx, Gramsci e le classi lavoratrici si erano apertamente schierati senza se e senza ma dalla parte di Prodi. Enrico Letta, ad esempio, aveva cinguettato su X spostando una sua foto accanto a Prodi e scrivendo icasticamente “io sto con Romano”. Più in là ancora si era spinto il giornalista Giannini, firma del rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico “La Repubblica”: il quale aveva asserito che Romano Prodi aveva dato una bella lezione ai giornalisti sicari. Però adesso sono spuntate le prove, e segnatamente il video che mostra come effettivamente Romano Prodi abbia tirato i capelli alla giornalista di Mediaset: perfino “Il Corriere della sera” ha pubblicato il video, dedicandogli un articolo specifico. Insomma, Prodi non si è limitato a perdere verbalmente la pazienza, ma è passato alle azioni, più precisamente ad azioni francamente deplorevoli sotto ogni riguardo. Con ciò, vola in pezzi l’immagine collaudata di un Romano Prodi bonario e pacato, riflessivo e dialogico: emerge l’opposta immagine di un Romano Prodi livoroso e pronto all’occorrenza a rispondere con gesti inquietanti a semplici domande di una giornalista. E ora femministe, me too e politici liberal-progressisti che diranno? Enrico Letta dirà ancora “Io sto con Romano”? E il giornalista Giannini dirà ancora che Prodi ha dato una bella lezione ai giornalisti? Vi sarà, come è auspicabile, una collettiva presa di posizione contro il contegno francamente criticabilissimo di Romano Prodi o, in maniera opposta, le sinistre liberal-progressiste, sempre in barricata a difesa dell’inclusività e delle donne, preferiranno alzare le spalle e voltare lo sguardo dall’altra parte? Sarebbe davvero curioso e tragicomico, considerato il fatto che proprio in questi giorni il paladino della sinistra politicamente corretta, Dario Franceschini, ha proposto di sostituire il cognome dei maschi per i nuovi nati con quello delle femmine, per ovviare all’ingiustizia storica del maschilismo (con una proposta davvero demenziale, considerato il fatto che il femminismo così inteso non è altro che un maschilismo di segno opposto). Staremo a vedere, intanto registriamo con sgomento l’accaduto, una pagina davvero triste della recente storia italiana.

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