Sono iniziati in Romania i lavori per la costruzione di quella che, ci dicono, sarà la più grande base Nato in Europa. Ne danno notizia a tutti i principali quotidiani, tra i quali anche “il Corriere della Sera”. Continua dunque l’opera di potenziamento della NATO sul fronte orientale, in chiara funzione antirussa. Tre considerazioni si impongono come necessarie. In primo luogo, la Romania fino al 1989 faceva parte del mondo comunista: con la rivoluzione colorata del 1989, entrò di fatto nell’ordine liberal-atlantista, figurando oggi a tutti gli effetti come un baluardo dell’americanismo liberista. In secondo luogo, la Nato continua a espandersi. E la Nato, per chi ancora non lo sapesse, non è altro se non il braccio armato dell’imperialismo statunitense e della sua incontenibile libido dominandi. Era nata nel secondo dopoguerra in funzione difensiva contro la Russia Sovietica, almeno ufficialmente. In realtà, da subito fu uno strumento dell’imperialismo statunitense. Tant’è che, venuta meno l’Unione Sovietica, la Nato è sopravvissuta e anzi si sta potenziando sempre più. Basti ricordare quel che disse a suo tempo Pertini, contrario all’adesione dell’Italia alla Nato: la Nato è uno strumento di guerra. Nulla di più vero. In terzo luogo, con la nuova base in Romania appare evidente quel che da tempo andiamo sostenendo ad nauseam: dagli anni ’90, l’imperialismo statunitense si allarga negli spazi che un tempo furono dell’Unione Sovietica e del mondo comunista, con un obiettivo chiaro come il sole: fare scacco matto alla Russia, costringendola a capitolare e a ridefinirsi come colonia di Washington. L’inimicizia tra l’America e Putin origina proprio da questo e, segnatamente, dall’indisponibilità di Putin a piegarsi all’imperialismo a stelle e strisce.
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