Da diversi giorni, Israele ha posto nel mirino il Libano, sottoponendolo a veri e propri raid distruttivi. Si parla apertamente di centinaia di morti, e ad ammetterlo sono le stesse centrali dell’informazione mainstream. Come sempre, Netanyahu utilizza la vile scusa della lotta di Israele contro il terrorismo: una scusa con la quale, l’abbiamo inteso, Israele si sente in diritto di operare terroristicamente in nome della lotta al terrorismo. In nome di detta lotta, si possono giustificare centinaia di morti tra i civili? O si vuole ammettere che i civili ammazzati, donne anziani e bambini, siano tutti indistintamente terroristi degni di fare quella fine? Israele oltretutto rivendica il proprio diritto di aggredire stati sovrani come il Libano o l’Iran. La comunità internazionale, un altro nome ipocrita dell’occidente, anzi dell’uccidente liberal-atlantista, tace vergognosamente, in ciò rivelandosi ancora una volta complice della strage. Appare qui in tutto il suo “splendore” l’osceno modus operandi dell’uccidente: non vale più ora il teorema secondo cui l’invaso ha sempre ragione e l’invasore ha sempre torto? L’uccidente non agisce ora con Israele come ha agito con la Russia? Con tutta evidenza, Israele gode di una sorta di impunità permanente, potendo compiere ogni genere di crimine e sempre trovando una giustificazione per essi. Che sia il diritto di Israele di difendersi o la giusta lotta di Israele contro il terrorismo, poco cambia: a Israele è concesso letteralmente di tutto, come stiamo tragicamente apprendendo in questi mesi. E guai a denunciarlo: i pedagoghi del nuovo ordine mondiale hanno già deciso che non si può nemmeno impiegare la categoria di genocidio in relazione a quello che sta accadendo.
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