Così leggiamo sul sito di informazione Reuters in relazione alle vicende della Siria: “il governo di transizione guidato dai jihadisti di HTS ha annunciato che il Paese abbandonerà l’economia baathista a controllo statale a favore di un modello di libero mercato per attrarre investimenti”. Dunque, secondo la narrativa occidentale oggi dominante, non soltanto i terroristi dell’isis operanti in Siria sarebbero democratici e arcobaleno, ma anche neoliberali, pronti a portare il paese verso le magnifiche sorti del fanatismo del libero mercato concorrenziale, proprio come piace a Washington. Jihadisti liberal, dunque, con open mind e apertura al progresso capitalistico, il meglio che la globalizzazione possa offrire. L’abbiamo già detto e lo ripetiamo: è davvero curioso che i terroristi dell’isis colpiscano pressoché sempre bersagli coincidenti con quelli di Washington e adesso addirittura operino come agenti del capitalismo globalizzato, propiziando la liberalizzazione integrale della Siria e la sua immissione nei circuiti del mercato senza frontiere. I giornali occidentali in questi giorni stanno dando il peggio di sé, demonizzando a tutta pagina la Siria di Assad e, con movimento simmetrico, celebrando senza ritegno l’operato dei terroristi. Questo ci permette di asserire che la sorte della Siria per il futuro si lascia tragicamente accostare, fin da ora, a quella a cui sono andati incontro rispettivamente la Libia di Gheddafi e l’Iraq di Saddam: Libia e Iraq che, dopo essere stati destabilizzati dall’imperialismo etico e dai missili democratici dell’occidente, rectius dell’uccidente liberal-atlantista, sono successivamente precipitati nell’inferno in cui tuttora si trovano. Forse non tutti ricorderanno che l’Iraq, dopo essere stato sottratto a Saddam, è stato sottoposto a una cura neoliberale a dosi forzate, mediante una vera e propria liberalizzazione coatta e con un pacchetto di riforme neoliberali da far apparire perfino Reagan e la Thatcher come dei sobri moderati. Insomma, quod erat demostrandum: questa volta grazie all’intervento diretto dei terroristi, la Siria di Assad, stato resistente alla globalizzazione imperialistica, è stata rovesciata e ora si accinge a entrare nell’inferno del neoliberismo e del nuovo ordine mondiale a trazione atlantista. Non stupisce davvero che gli araldi del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto si spingano fino all’estremo della celebrazione dei terroristi che hanno messo a ferro e fuoco la Siria. L’occidente si conferma tragicamente il regno della propaganda e della menzogna innalzata a verità.
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