La digitalizzazione del mondo, alla quale le piattaforme social contribuiscono in maniera non trascurabile, produce un’ininterrotta estrazione di dati da ciascuno e, insieme, un loro impiego in un processo che, potenzialmente, non ha limiti, né direzione se non la crescita infinita e autoreferenziale del capitale. Il “capitalismo della sorveglianza” sfrutta l’esperienza umana, cambia i comportamenti, concentra ricchezza, sapere e potere in forma asimmetrica, minaccia la natura umana, impone un ordine fondato sul mito della sicurezza assoluta, sovverte la sovranità del popolo e, soprattutto, rinsalda a dismisura i processi sradicanti della valorizzazione del valore.
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