Qualche giorno addietro, sul quotidiano “La verità”, saldamente atlantista e filoisraeliano, usciva un articolo in cui si spiegava che la Nato sta ammassando truppe ai confini con la Russia. Come volevasi dimostrare, del resto. Dopo aver mandato per due anni le armi all’Ucraina (asserendo mendacemente che servivano per favorire la pace) e dopo aver propiziato fin dagli anni novanta il conflitto, occupando impunemente gli spazi che un tempo furono dell’Unione Sovietica, adesso la Nato si prepara alla guerra con la Russia di Putin: la cui colpa inespiabile sta nel fatto che essa, anziché genuflettersi alla civiltà dell’hamburger e diventarne una dependance, oppone resistenza e rivendica la propria autonomia. I venti di guerra soffiano impetuosi in Europa. D’altro canto, il presidente gallico Macron lo dice da settimane: a suo giudizio, bisognerebbe mandare le truppe europee al fronte, a morire in astratto per la libertà e la democrazia e in concreto per l’imperialismo a stelle e strisce, che vuole sottomettere il mondo intero alla sua egemonia e alla sua libido dominandi. Siamo davvero sull’orlo dell’abisso. E quel che è più tragico è che ci raccontano che è la Russia a volere questa guerra, mica la Nato. Come se non bastasse, ci raccontano sfrontatamente che si tratta di una guerra per la libertà e per la democrazia, mica per l’imperialismo del leviatano a stelle e strisce.
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