La migliore sintesi l’ha offerta probabilmente il leader degli antieuropeisti inglesi Nigel Farage: “Giuseppe Conte è un premier che fa non gli interessi dell’Italia ma quelli di Bruxelles, Di Maio e Salvini hanno sbagliato a puntare su di lui”. La nomina infatti di due note arpie come Ursula Von Der Leyen e Christine Lagarde– ai vertici della “nuova Europa” sa di provocazione, per non dire peggio. Eppure Conte è tornato in Italia tutto contento, come se avesse fatto bingo. Francia e Germania non sentono più il bisogno di mascherare il loro dominio sulle nazioni vassalle che compongono una Ue sempre più simile alla vecchia Urss, imponendo adesso direttamente i loro uomini nei punti nevralgici del sistema. A capo della commissione europea, al posto di un vecchio ubriacone lussemburghese come Juncker, c’è ora una tedesca fanatica che ha più figli che voti (nessuno in Europa ha votato per Von Der Leyen); mentre la francese Lagarde prende il posto dell’(anti) italiano Mario Draghi. I “gialloverdi”- in compagnia delle loro illusioni sull’Europa che “si cambia da dentro”- tornano in Patria umiliati e sbeffeggiati. Von Der Leyen e Lagarde sono espressione feroce dei poteri oligarchici che affamano l’Europa, figure ambigue e sadiche che si sono “sporcate le mani” (di sangue innocente) negli anni della crisi greca. Von Der Leyen pretendeva l’oro di Atene quale “pegno” per gli “aiuti” che la comunità internazionale concedeva agli ellenici, mentre Lagarde, a capo del FMI, costituiva il pezzo forte di quella “Troika” che materialmente operava per aumentare il numero dei suicidi e della mortalità infantile (numeri che, per pudore, persino un cerbero come Federico Fubini sentiva il bisogno di nascondere). Queste due donne vengono oggi premiate proprio nella misura in cui hanno contribuito a seminare dolore, miseria e morte nel Vecchio Continente. Di fronte a questo scempio ci saremmo aspettati un sussulto da parte di chi, a parole, da mesi promette di “ribaltare l’Europa come un calzino”. E’ questo il cambiamento che Di Maio e Salvini avevano promesso agli italiani? E’ in nome di queste “brillanti nomine” che i nostri pavidi governanti hanno archiviato la battaglia per l’uscita dalla moneta unica? ‘Nnamo bene, proprio bbene…direbbe Sora Lella. In verità Di Maio e Salvini, nascondendosi dietro la sagoma dello scolorito Conte, stanno facendo quello che Berlusconi e Bersani fecero al tempo di Monti. Di Maio e Salvini sappiano però che gli italiani non sono scemi, e sanno benissimo che Conte governa solo perché i numeri in Parlamento li garantiscono i leghisti e i pentastellati. Pensare quindi di addossare la responsabilità di scelte vergognose solo sulle spalle dei “tecnici” Conte, Tria e Moavero è da veri ingenui. In ogni caso è oramai chiaro che l’Europa è irriformabile e bisogna soltanto fuggire il prima possibile per riconquistare una sovranità perduta. Di fronte però al tradimento delle attuali forze di governo, pur sempre meglio delle miserabili opposizioni presenti in Parlamento (a partire dal Pd), dobbiamo rapidamente agire per costruire una forza politica in grado di difendere l’interesse nazionale con chiarezza e coraggio. Un movimento di popolo che trascini al più presto l’Italia fuori dall’inferno della Ue, capace di affrontare una battaglia lunga e difficile ma necessaria e non rinviabile. Diego Fusaro è oggi l’unico uomo in Italia che ha la credibilità per dare forza una operazione del genere. Ci vediamo perciò il 27 luglio a Civitanova Marche per gettare le basi di questo nuovo partito insieme a Diego e a tutti gli uomini liberi e forti che non vedono l’ora di uscire “a riveder le stelle”. Siete tutti invitati.





Citazioni

"Succede che più d'un individuo per tutta la sua vita si porti appresso frottole, idee assurde, stravaganze, idee immaginarie e pregiudizi che arrivano fino a essere idee fisse. Egli, infatti, non ha mai cercato di ricavare da sé solidi concetti dalle intuizioni e dalle esperienze, avendo ricevuto tutto bello e pronto: appunto questo fatto rende un numero infinito di individui così superficiali e insulsi. Invece, fin dall'infanzia bisognerebbe rispettare il cammino naturale della formazione della conoscenza. Nessun concetto dovrebbe essere introdotto, se non attraverso l'intuizione, o almeno non dovrebbe essere accreditato senza di essa. Il bambino avrebbe allora pochi, ma giusti ed esaurienti concetti". (A. Schopenhauer, "Parerga e paralipomena")







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