Libri di Diego Fusaro

È andata in scena ieri la piazza più assurda e demenziale della storia recente: la piazza dell’Europa. Migliaia di persone si sono radunate nelle piazze italiane, convocate da Michele Serra e dal suo surreale articolo comparso sulle colonne del rotocalco turbomondialista “La Repubblica”. Migliaia di persone che hanno invocato con solerzia i valori dell’Europa o più precisamente dell’Unione Europea, celebrando a piè sospinto il riarmo dell’Europa ossia il programma della vestale del neoliberismo Ursula von der Leyen, il programma rearm Europe. Hanno pure avuto il coraggio di cantare a squarciagola “bella ciao”, producendo una scena che nemmeno al genio distopico di Orwell sarebbe potuta passare per la mente. Cantare “bella ciao” invocando il riarmo dell’Europa segna probabilmente il punto più basso della storia recente, pari solo a quando nel 1999 si riempirono le piazze di militanti o, meglio, di militonti che invocavano l’intervento imperialistico della NATO in Serbia. Sarebbe interessante domandare placidamente ai manifestanti quali sono i valori dell’Unione Europea nei quali si identificano: finanza e spending review? Cancel culture e guerre umanitarie? Arcobaleno e svolta verde a beneficio del capitale? Antonio Scurati, che non molto tempo addietro invocava piagnucolante Mario Draghi affinché rimanesse sulla plancia di comando, ha lanciato il grido “guerrieri d’Europa”, invocando in perfetto stile orwelliano un esercito pacifista e una democrazia armata. Tra i partecipanti alla manifestazione si sono registrati, tra gli altri, anche i nomi dell’eroe del musicalmente corretto, Jovanotti, e di Liliana Segre, la senatrice che si batte contro gli orrori della storia e poi non è disposta a riconoscere che quel che sta accadendo a Gaza è un genocidio in piena regola. Bisogna fissarlo bene nella mente: una piazza così demenziale non si era mai registrata, una piazza che segna il tramonto definitivo dell’Unione Europea, tempio vuoto che santifica il capitale finanziario e l’imperialismo neoliberale. Crolla oltretutto la narrazione secondo cui l’Unione Europea ci proteggerebbe dalle guerre: tutt’al contrario, l’Unione Europea propizia nuove guerre, proponendo ora un riarmo destinato a costare 800 miliardi di euro, che naturalmente verranno generosamente presi dalle tasche dei cittadini europei. Forse presto Romano Prodi, uno degli eroi che ci condusse nell’euro e nell’Unione Europea (e che ancora recentemente ha ricordato di essere “servo dell’Unione Europea”), correggerà la sua nota affermazione e dirà che grazie all’Unione europea e all’euro combatteremo un giorno in meno come se avessimo combattuto un giorno in più. È il caso di dirlo: la fantasia ha superato la realtà, facendo apparire sotto ogni riguardo Orwell un dilettante.