In Sardegna, anche se di poco, ha trionfato il centro-sinistra neo-liberale. A tutta prima, sembra una buona notizia: non per la vittoria del centro-sinistra in sé, dacché il centro-sinistra rappresenta tanto quanto il centro-destra l’ordine neoliberale e imperialistico dominante. È tuttavia una buona notizia perché si tratta di una battuta di arresto per Giorgia Meloni, “punita” per le malefatte che il suo governo sta facendo e per il tradimento integrale e disdicevole del proprio programma elettorale. Evidentemente gli italiani cominciano a comprendere che il governo di Giorgia Meloni è un governo all’insegna del patriottismo di cartapesta, in realtà totalmente allineato a Bruxelles e a Washington oltre che naturalmente ai desiderata dei mercati cosmopoliti e delle loro classi di riferimento. Tale e quale rispetto alla sinistra fucsia, dunque. Il fatto che ora vinca la sinistrash in Sardegna rappresenta perfettamente quell’immagine dantesca che più volte ho richiamato: l’ordine neoliberale infatti è come la Firenze biasimata da Dante, simile al malato che si gira sul lato destro e poi sul sinistro senza tregua per trovare un sollievo che non la porterà comunque mai a guarire. Infatti, destra neoliberale di Meloni e sinistra neoliberale di Schlein sono simili a due maggiordomi con la livrea di diverso colore: i maggiordomi semplicemente fanno a gara per andare a prendere ordini dal padrone internazionale, vale a dire dal capitale finanziario dominante. Non si battono in nome di ideali diversi, ma semplicemente per rappresentare al meglio il liberismo e l’atlantismo. Detto altrimenti, la destra e la sinistra sono oggi due articolazioni del Partito Unico del Capitale, buone soltanto a far apparire pluralistico un ordine che in realtà è totalitario e non permette altre possibilità se non quella del dominio turbocapitalistico. Ciò detto, e senza alcuna possibilità di equivoco, ribadiamo che comunque la battuta d’arresto della Meloni e del suo partito avverso all’interesse nazionale, in Sardegna, rappresenta, con sobrio realismo, una buona notizia per le ragioni già dette. Non cambia nulla, sia chiaro: ma se non altro viene meno la fiducia in un governo che ha rivelato pienamente la propria essenza di propaggine dell’ordine neoliberale e atlantista egemonico.
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