Il capitalismo non è malato: è la malattia. I suoi cinici agenti dapprima distruggono e destabilizzano gli Stati africani con imperialismi etici e bombardamenti umanitari. Così costringono i popoli alla fuga e allo sradicamento. Poi deportano suddetti popoli con navi private, umanitarie quanto i bombardamenti di cui sopra. Nella sua opera di rapina, il capitale ovviamente agisce sempre a fin di bene, ci mancherebbe. Deportati i popoli, li sfrutta senza pietà, come accade nelle piantagioni di pomodori o, in questi giorni, a Cremona. Così può poi anche sfruttare meglio la manodopera locale, costringendola a competere al ribasso coi deportati, con i descamisados della mondializzazione. Di più, può trionfare: la lotta ora è orizzontale, tra africani sfruttati ed europei sfruttati. Gli sfruttatori si godono lo spettacolo. E si assicurano che i circensi dello spettacolo permanente seguitino nella loro narrazione edulcorante e falsata, basata sui falsi miti della integrazione e della accoglienza, dei salvataggi in mare e delle chances della mondializzazione. Tutto questo perché gli schiavi, anziché ribellarsi, amino le proprie catene e siano anzi pronti a battersi contro chi davvero volesse ribellarsi.


Citazioni

“‘Vi piacciono i gatti?’. ‘No’. ‘Ne ero sicuro. È un segno del carattere. In questo avete l’istinto umano del dispotismo. Agli uomini non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà mai a essere schiavo. Non fa nulla su vostro ordine, come fanno altri animali’. ‘Nemmeno una gallina obbedisce agli ordini’. ‘Vi obbedirebbe, se sapeste farvi capire da essa. Un gatto vi capisce benissimo, ma non vi obbedisce’”. (J.J. Rousseau, dialogo con J. Boswell)







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Di admin