La Nato non si ferma. E anzi si potenzia. Anche in Italia. Infatti, L’Italia, con il suo Comando Nato a Reazione Rapida (Nrdc-Ita) e multinazionale con sede operativa a Solbiate Olona (in provincia di Varese), è  il quartier generale della nuova forza di reazione della Nato, vale a dire l’Arf, Allied Reaction Force. Si tratta di un ampliamento dell’assetto operativo di intervento dell’Alleanza. Sorge da una decisione politica presa al summit Nato di Vilinius del 2023. Lo scopo per l’Alleanza è di aumentare la propria capacità di deterrenza e difesa, prevenzione e gestione della crisi, sicurezza cooperativa. Questa è la motivazione ufficiale. In realtà, come ormai dovremmo sapere assai bene, si tratta semplicemente di un potenziamento del braccio armato imperialistico della civiltà del dollaro, che sempre più usa l’Europa come un semplice avamposto della propria potenza militare aggressiva, rivolta precipuamente contro tutti quei paesi che ancora non si siano piegati alla libido dominandi made in USA. L’Italia sempre più risulta sottomessa all’imperialismo di Washington, al quale il governo della destra bluette di Giorgia Meloni è subalterno non meno di quanto lo fossero i governi della sinistra fucsia. Come disse Sandro Pertini nel 1949, la Nato è uno strumento di guerra e, in quanto tale, deve essere contrastato. D’altro canto, la Nato nacque in funzione antisovietica. Perché dunque continua a operare dopo il 1989? Venuto meno il “nemico”, non dovrebbe essersi già da tempo estinta? In verità, la Nato svolge una doppia funzione: per un verso, serve da strumento all’imperialismo della civiltà dell’hamburger nella sua nefasta opera di americanizzazione coatta dell’intero pianeta; per un altro verso, serve a impedire che l’Europa diventi autonoma rispetto a Washington e resti permanentemente subalterna all’imperialismo americano. Detto altrimenti, la Nato tiene permanentemente sotto scacco l’Europa stessa.

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Di admin