“Via gli americani, toccherà all’Italia guidare in Iraq la missione Nato” (“La Repubblica”). Generosamente Washington lascia a Roma il compito di gestire l’occupazione imperialistica dell’Iraq. Per conto di Washington stessa, si intende. È, ovviamente, la prova del grande pacifismo di Joe Biden, che presto o tardi, come Obama, verrà insignito del premio Nobel per la pace ottenuta grazie ai bombardamenti umanitari (“fanno il deserto e lo chiamano pace”, per citare il sempre valido adagio di Tacito). Ma è poi anche la prova del fatto che l’Italia è e resta una colonia senza anima di Washington, e che tutte le anime belle dell’ecologismo del venerdì e dell’antifascismo della domenica non hanno nulla, come sempre, da eccepire rispetto al crimine dell’imperialismo, che anzi stoltamente glorificano con la fuorviante etichetta dei diritti umani.
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