Uno spettro si aggira per l’Europa: è il bullismo. Tutti hanno, a parole, avviato una santa crociata contro questo fenomeno. Pochi o nessuno ne hanno scandagliato le cause. Si discutono solo gli effetti. Con l’ovvia conseguenza che il bullismo continui a imperversare. Non passa giorno che non si senta di docenti percossi e scherniti da giovani spregiudicati e senza senso del limite. Ormai sciolti da regole e norme valoriali, gli alunni aggrediscono gli insegnanti. E non riconoscono più alcuna autorità, alcun limite, alcun senso della misura. Hanno introiettato la sacra norma della società di mercato: tutto è possibile. Rectius: tutto è bene, purché ve ne sia sempre di più. Purché ogni misura sia infranta. Purché domini la norma della violazione di ogni inviolabile. Di più, i bulli a capitalismo integrale aggrediscono la legge della misura, ove essa ancora segnali limiti e confini, norme e ideali. Come spiegare questi fenomeni? Qual è la causa reale che li cagiona? La nostra è la società del padre evaporato, diceva Lacan: la società in cui, uccisa la Legge, trionfa il Desiderio deregolamentato e votato all’eccesso. Non v’è più la potenza della Legge normante il Desiderio: ossia la Legge che disciplina, controlla e regola quel desiderare che, se abbandonato a se stesso, produrrebbe l’illimitatezza in atto, il cattivo infinito della crescita smisurata, autoreferenziale e ab intrinseco mortifera. Il Desiderio (incarnato nei giovani a deregulation mentale) attacca la Legge, rappresentata dai docenti e dalla loro preziosa opera di educazione alla misura e al limite Tutto e subito, dice il Desiderio all’insegna del motto trendy e cool del life is now: e travolge senza pietà la Legge, ove essa ancora esista. È in tal guisa che si spiega l’aggressione costante dei giovani ai danni dei docenti, ultimi baluardi della Legge e della Misura. Nel bullismo, vediamo il Desiderio (incarnato nei giovani a deregulation mentale) che attacca in modo diretto la Legge, rappresentata dai docenti e dalla loro preziosa opera di educazione alla misura e al limite. Educare, d’altro canto, vuol dire insegnare il valore della giusta misura e del limite. Significa insegnare il senso della Legge, del confine tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che è possibile e ciò che non lo è. Senza Legge, il Desiderio – occorre insistervi – diventa mortifero e letale, anche in ragione del fatto che noi siamo strutturalmente finiti e limitati.

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Di admin