Draghi politico dell’anno. Il capitale premia i suoi uomini più fedeli
A Nuova York, l’euroinomane di Bruxelles, Mario Draghi, è stato ufficialmente insignito del premio di miglior politico dell’anno. I non ce ne stupiamo, invero: il capitale celebra e premia uomini e politici che siano organici e fedeli al suo progetto. E in effetti Mario Draghi ha un cursus honorum che rivela una specchiata e coerentissima lealtà rispetto al nuovo ordine mondiale turbocapitalistico: dalla posizione in Goldman Sachs a quella di governatore della BCE. Un’intera vita coerentemente dalla parte del capitale e della plutocrazia neoliberale sans frontières. Certo, difficilmente il premio gli sarebbe stato assegnato se fosse dipeso dai ceti medi e dalle classi lavoratrici italiane sulle quali egli nel 2022 ha governato con gli effetti che ben conosciamo: esiziali sanzioni alla Russia che stanno annichilendo l’economia italiana, uso dell’infame tessera verde e discriminazione dei cittadini non benedetti col santissimo siero, culto dell’euro e dell’Unione Europea, fermissima tutela dell’interesse cosmopolita del capitale finanziario e non di quello nazionale dei lavoratori e dei ceti medi. Insomma, il più grande politico dell’anno, certo, ma unicamente dal punto di vista dei nostri nemici di classe.