È una proposta davvero discutibile quella di arruolare migranti regolari nelle Forze Armate italiane in cambio del rilascio della cittadinanza. Si tratta dell’idea al vaglio del Ministero della Difesa guidato da Guido Crosetto, secondo quel che in esclusiva riportano alcuni organi di stampa. Vedremo se l’idea effettivamente si affermerà, ma già il fatto che sia stata maturata non deve passare sotto silenzio e deve anzi costituire oggetto di un’analisi critica. Nel “Capitale”, Marx impiega l’immagine dell’esercito industriale di riserva per spiegare come il sistema capitalistico utilizzi i disoccupati di ogni genere per fare pressioni concorrenziali al ribasso sulla classe lavoratrice. Abbiamo impiegato la metafora marxiana più volte per spiegare il motivo per cui il capitalismo oggi desideri massimamente l’immigrazione di massa, appunto per avere braccia a basso costo da sfruttare e con le quali abbassare i costi della forza lavoro in generale. Ebbene, sembra che ora l’esercito industriale di riserva dei migranti esca dall’ambito meramente metaforico e diventi esercito reale. Non sfugga anche il ricatto della cittadinanza concessa solo a coloro i quali imbracceranno le armi. Si potrebbe forse parlare di cittadinanza per ius belli? Dopo lo ius soli, arriva lo ius belli? Che il capitalismo dominante consideri e tratti i migranti come semplice manovalanza a basso costo e ora anche eventualmente come semplici uomini da mandare al fronte la dice lunga sulla stucchevole pappa del cuore delle retoriche dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’imperdibile incontro culturale. Come sempre, dietro l’arcobaleno si nasconde il grigio della spietata civiltà frammentata del turbocapitalismo.
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