Libri di Diego Fusaro
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Mi sono recentemente imbattuto in uno striscione da corteo del partito della “rifondazione comunista”, un partito che, fin dal momento della sua nascita, sarebbe stato più opportuno chiamare “partito dell’affossamento definitivo del comunismo”, come peraltro la sua storia successiva avrebbe ampiamente dimostrato. Lo striscione recitava grosso modo così: “né con la Nato né con Putin”. Si tratta di una posizione francamente inqualificabile, per le ragioni che subito proverò a chiarire: una posizione che, con un lemma caro alla neolingua, si potrebbe indubbiamente definire di “benaltrismo” o anche di “cerchiobottismo”. È, in effetti, la posizione tipica dell’anima bella di hegeliana memoria, che – come leggiamo nelle imperiture pagine della “Fenomenologia dello Spirito” – teme di contaminarsi con il mondo e di sporcarsi le mani e, in questa maniera, alloggia astrattamente nel limbo del dover essere, collocandosi al di sopra della concretezza storica e dei suoi conflitti reali. Come è noto, la Russia di Putin e la Cina di Xi Jinping sono oggi le due potenze che concretamente stanno resistendo alla Nato e all’imperialismo di Washington e dell’Occidente, anzi dell’uccidente liberal-atlantista. Dire, come fanno i “compagni (che sbagliano)” di Rifondazione Comunista che si è contro la Nato e contro la forza che massimamente la contrasta significa nascondersi dietro un dito, facendo valere una posizione volutamente indeterminata e degna dell’anima bella, all’occorrenza comunque, se messa alle strette, pronta ad ammettere, come sciaguratamente fece Berlinguer, di preferire in ogni caso l’ombrello della NATO… Si può in qualche modo definire realmente critica una posizione che dice di essere contro la contraddizione e, insieme, contro la forza che si adopera per togliere la contraddizione? Perché per Rifondazione comunista bisognerebbe contrastare Putin tanto quanto la Nato? Leggendo sul loro sito, scopriamo che la loro posizione è quella per cui Putin sarebbe un capitalista e imperialista, l’equivalente dell’occidente liberal-atlantista: fermo restando che resta inchiarito perché Putin sarebbe un imperialista (dato che non ci risulta che dal 1989 ad oggi la Russia si sia espansa imperialisticamente), vi è la questione geopolitica, bellamente ignorata dai compagni che sbagliano di Rifondazione Comunista. La Russia come la Cina sta svolgendo una parte decisiva sul piano geopolitico, contrastando l’avanzata imperialistica della civiltà dell’hamburger. Di tutto questo non vi è la minima traccia nelle dissertazioni di Rifondazione Comunista, che di Marx sembrano aver tradito anche l’approccio saldamente legato alla concretezza storica e ai traumi dei conflitti reali, per convertirsi al kantismo del “dover essere” astratto. Sarebbe anche interessante domandare ai compagni che sbagliano perché mai, se la Russia di Putin davvero è capitalista e imperialista come dicono, viene supportata pienamente dalla Cina, paese governato dal Partito Comunista: forse che per i compagni che sbagliano anche la Cina è una potenza capitalista e imperialista rispetto a cui è d’uopo prendere le distanze? Ritengono davvero i compagni che sbagliano che la vera posizione sia quella di chi, come loro, si pone al di sopra dei conflitti reali e condanna tutto e tutti facendo valere l’ideale astratto di chi vuole conquistarsi hegelianamente la sua fetta di cielo?