« Che cos’è, infatti, la libertà? Avere la volontà di essere autoresponsabili. Mantenere saldamente la distanza che ci separa. Divenire indifferenti agli stenti, alle avversità, alla privazione, persino alla vita. […] L’uomo libero è guerriero. – Da che si misura la libertà, negli individui come nei popoli? Dalla resistenza che deve essere superata, dalla fatica che costa il restare in alto. Si dovrebbe cercare il massimo tipo di uomo libero laddove viene costantemente superata la massima resistenza: distante cinque passi dalla tirannide, già quasi alla soglia del pericolo della schiavitù. […] I popoli che ebbero qualche valore, che assunsero un valore, non lo assunsero mai sotto istituzioni liberali: il grande pericolo fece di loro qualcosa che merita rispetto, il pericolo che solo ci insegna a conoscere i mezzi per aiutarci, le nostre virtù, le nostre armi di difesa e offesa, il nostro spirito – il pericolo che ci costringe a essere forti… Primo principio: si deve sentire la necessità di essere forti; altrimenti non lo si diventa mai. »

F. Nietzsche, “Crepuscolo degli idoli”

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