La verità – scriveva Seneca -, anche se sommersa, viene prima o poi a galla. E anche in questo caso è andata così. Meglio tardi che mai, bisogna pur riconoscerlo. È notizia di questi giorni che il gasdotto North Stream fu boicottato dagli ucraini, e non dai russi, come subito il coro virtuoso dei giornalisti mainstream affermò con l’usuale zelo russofobico. Sarebbe interessante e al tempo stesso divertente andare a riesumare tutti gli articoli demenziali e manicomiali usciti quando il gasdotto venne boicottato: quasi all’unisono, gli esponenti del clero giornalistico di completamento del nuovo ordine mondiale liberal-atlantista puntavano il dito contro la Russia di Putin, certi al di là di ogni ragionevole dubbio che sua fosse la responsabilità dell’accaduto. A loro giudizio, il colpevole non poteva che essere lui, lo zar rossobruno, il nemico numero uno. E invece ora scopriamo che le cose andarono in maniera decisamente diversa e che la responsabilità fu dell’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood (l’attore più pagato di tutti i tempi). I giornalisti mainstream ora si trovano lievemente in difficoltà ma non demordono e provano a spiegare che in realtà la decisione fu presa contro la volontà del guitto di Kiev, che per definizione deve rappresentare il bene e la battaglia per i diritti e la libertà. Se, come poc’anzi dicevamo con Seneca, la verità tende a venire a galla, possiamo esserne ragionevolmente certi: verrà un giorno in cui finalmente sarà a tutti chiaro in forma indubitabile che questa è la guerra della NATO e dell’Occidente, anzi dell’uccidente, contro la Russia di Putin, colpevole di non piegarsi a quella globalizzazione che altro non è se non l’americanizzazione imperialistica del pianeta con annesso bombardamento di quanti provino a resistere. Un antico detto proverbiale recita che le menzogne hanno le gambe corte. La propaganda dell’ordine liberal-atlantista le ha davvero cortissime e non sarebbe arduo enumerare tutte le menzogne che sono rapidamente state smascherate negli ultimi trent’anni, a partire naturalmente dalla famigerata provetta con cui Colin Powell provò vergognosamente a dimostrare la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq al solo fine di giustificare la guerra imperialistica preventiva preordinata. Non era certo nel torto Putin quando ebbe a definire l’uccidente “il regno della menzogna”.
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