«Io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi. Non so cosa farmene di un mondo creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo. Il mondo di oggi non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, la volgarità, l’arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, il frastuono (…).
La maggior parte delle persone ha paura del silenzio, per cui quando viene meno il rumore continuo, bisogna sempre fare, dire, fischiare, cantare, tossire o mormorare qualcosa. Il bisogno di rumore è quasi insaziabile. Io invece amo esser solo. Ho bisogno di essere solo: per contemplare, per pensare. Con questo non voglio fare nessun panegirico né dell’anacoretismo né dell’eremitaggio, non è che si debba fare gli eremiti, o gli anacoreti; è che ho constatato attraverso la mia esperienza di vita questo: la solitudine mi è necessaria per disintossicarmi dalle troppe parole».
[Pier Paolo Pasolini]
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