Il pensiero unico mondialista ultracapitalista mira a legittimare e a produrre il nuovo modello antropologico del migrante come valore in sé positivo: e lo fa per giustificare l’esistente, giacché gli stessi giovani europei sono sempre più ridotti a migranti che devono abbandonare il loro paese per andare a fare – magari da laureati – i lavapiatti a New York o a Sidney. La competizione globale dell’odierno fanatismo economico si regge sulla volatilizzazione dei capitali e sulla delocalizzazione del lavoro: dunque anche sulla migrazione coatta degli esseri umani, elogiata dal politicamente corretto mediante la patetica retorica dell’esotismo dei viaggi low cost e della bellezza della migrazione in cerca di fortuna.
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