Leggo su diversi siti di informazione in rete, tra cui “Il Fatto Quotidiano” e “il Corriere della sera”, per citarne soltanto due, che il noto comico Pippo Franco rischia ora il processo per aver utilizzato a suo tempo il Green pass falso. Proprio così, a diversi anni ormai di distanza dall’infame tessera verde continua la persecuzione dell’ordine tecnosanitario, da noi studiato e descritto criticamente nel libro “Golpe globale”. D’altro canto, una delle tesi cardinali del nostro studio riguardava il fatto che le misure subentrate con l’emergenza tendono a consolidarsi in una nuova normalità e, dunque, a sopravvivere all’emergenza stessa. Non per caso, si parla già da tempo di Green pass globale, come se appunto l’infame tessera verde, lungi dall’esaurire la propria validità con l’emergenza, diventasse un nuovo strumento dell’ordine tecnofeudale di cui siamo nostro malgrado abitatori. L’infame tessera verde, come non ci stanchiamo ormai da anni di sottolineare, fa valere una subdola forma di discriminazione, in forza della quale i cittadini sono divisi in cittadini di serie A e cittadini di serie B. Oltre a ciò, pone in essere il dispositivo della libertà autorizzata, come lo ha definito puntualmente Giorgio Agamben: la libertà diventa una gentile concessione del potere, a fronte del fatto che il buon suddito esponga l’infame tessera verde di volta in volta esibendo la propria adesione ai precetti dell’ordine global-nichilista. Va da sé che una libertà autorizzata non è, per definizione, libertà ma gentile concessione del potere, sempre revocabile. Per non parlare poi del controllo bio-politico sopra e sotto la pelle fatto valere dall’infame tessera verde, l’apice del capitalismo della sorveglianza. Per quel che riguarda la vicenda di Pippo Franco, ci permettiamo di far notare che egli ha sbagliato e grandemente: utilizzare un green pass falso significa comunque sottomettersi alla logica squallida dell’infame tessera verde, adattandosi all’ordine dominante che prevede il fatto che il buon suddito debba avere il Green pass in regola ed esibirlo per poter lavorare e per poter avere una vita sociale. Non sfugga peraltro che coloro i quali hanno ideato l’infame tessera verde, palesemente incostituzionale, non hanno subito alcun provvedimento giuridico e continuano assai spesso a occupare i posti che occupavano precedentemente.
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