Così leggiamo su “La Repubblica”, rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico: «Putin, 25 anni al potere: la deriva dello zar che tra omicidi e guerre ora sogna di superare Stalin». È un sunto perfetto della propaganda dell’occidente, anzi dell’uccidente liberal-atlantista. Putin viene bellamente presentato come zar e per di più come Stalin redivivus. Come sappiamo, la propaganda uccidentale è solita liquidare come novelli Hitler e come novelli Stalin tutti coloro i quali, in un modo o nell’altro, si oppongono all’imperialismo a stelle e strisce e magari anche, nel caso della Russia, propiziano un ordine multipolare. La reductio ad Hitlerum, come la appellava Leo Strauss, e la reductio ad Stalinum, come potremmo sulle sue orme definirla noi, rientra appieno nel discorso ideologico dell’imperialismo liberale: per il quale tutto ciò che non è liberalismo deve essere demonizzato come nazismo e stalinismo. Si tratta della ben nota teoria dei totalitarismi gemelli, variamente sviluppata da Karl Popper nel suo studio “La società aperta e i suoi nemici” e poi da Hannah Arendt nel suo testo “Le origini del totalitarismo”. Testi studiati come se fossero la Bibbia nelle università occidentali di ortodossa fede liberale: testi massimamente ideologici, presentati però come se esprimessero una visione asettica e naturale. Come bene ha sottolineato Domenico Losurdo, il “peccato originale del Novecento” sta nell’aver condannato il nazismo e il comunismo assolvendo però l’ordine liberale, che quanto a crimini e a massacri non ha nulla da invidiare ai due “totalitarismi” rossi e neri. O si vorrà dire che le due bombe atomiche sono poca cosa? La verità è che Putin è odiato da Washington perché ha mandato in fumo i progetti della Casa Bianca: Washington era infatti convinta, con Gorbaciov prima e con Eltsin dopo, di poter presto neutralizzare la Russia. Cosa che non è potuta accadere da quando è salito al potere Vladimir Putin, che a Washington ha opposto e continua a opporre ferma resistenza, dimostrando l’indisponibilità della Russia a diventare una semplice colonia della civiltà del dollaro. Non avrete certo dimenticato le patetiche celebrazioni in onore di Gorbaciov fatte in Europa e in America in occasione della sua dipartita. Gorbaciov era un idolo dell’uccidente, proprio perché aveva distrutto l’Unione Sovietica e preparato il terreno per la distruzione stessa della Russia. Per motivi opposti, Putin è detestato dall’ordine dominante. E il surreale articolo di “la Repubblica” non fa altro che esprimere la visione ideologica dominante, funzionale all’imperialismo di Washington.
(Visualizzazioni 12 > oggi 1)