La verità è che l’Europa attualmente è in mano a soggetti politicamente senza scrupoli, piegati all’interesse del grande capitale finanziario e incapaci di curare anche minimamente l’interesse dei popoli e dei lavoratori. Prendete ad esempio Macron, il presidente gallico prodotto in vitro dai Rothschild. Oltre al pacchetto di riforme liberiste da fare invidia Reagan e alla Thatcher, con il quale ha suppliziato il popolo gallico, l’ultima sua sortita è davvero degna di nota: ha proposto di mandare in Ucraina truppe europee, giusto per portare l’Europa direttamente nel conflitto. Non basta lo squallido invio di armi all’Ucraina, no: per Macron bisogna direttamente mandare l’esercito. Bisogna cioè mandare europei al fronte a morire per il guitto Zelensky e per gli interessi imperialistici della civiltà del dollaro. Per fortuna la proposta è stata respinta. Almeno per ora. Prendete ancora la signora von der Leyen, che qualche mese fa piangeva con grande sensibilità per il suo pony sbranato da un lupo e poi non rivela mai il benché minimo moto empatico per i popoli europei suppliziati dalle politiche di austerità depressiva da lei firmate. Ebbene, l’ultima sua uscita non deve passare inosservata: bisogna intensificare la produzione e l’invio di armi all’Ucraina. Di più, la vestale del liberismo ha asserito senza ambagi che bisogna intensificare la produzione di armi come fu fatto con i sieri benedetti nei tre anni precedenti. L’industria bellica ringrazia sentitamente. E che dire poi di Giorgia Meloni? Eletta con un programma che aveva al centro l’interesse nazionale e la parola patria, ha compiuto una strambata non appena ha ottenuto il tanto ambito scranno. E ora il suo risibile governo risulta probabilmente il più atlantista e il più sideralmente distante dagli interessi nazionali che mai si sia avuto in questa sventurata nazione. Un governo all’insegna del patriottismo di cartapesta. Una delle tante sortite meloniane merita davvero di essere menzionata: la Meloni ha asserito che “l’Ucraina è casa nostra”. Una frase indecorosa, che oltre a rivelare scarsa conoscenza della storia degli ultimi secoli (quando mai l’Ucraina è stata casa nostra?), mette in luce un appetito imperialistico inqualificabile, del tutto allineato alla libido dominandi di Washington: alla quale naturalmente Giorgia Meloni risulta in tutto e per tutto subalterna con il suo governo neoliberale e piegato alla volontà dell’impero del dollaro. Ella ha pure avuto il coraggio di dire, recentemente, che la conoscenza della lingua inglese la ha molto aiutata nella sua gestione della politica internazionale. Qui le vette di comicità sono davvero insuperabili. Da qualunque prospettiva noi la guardiamo, l’Europa versa in condizioni pessime soprattutto per via di chi ne sta amministrando il potere. Quo vadis Europa? La risposta è una sola: l’Europa sta celermente correndo nell’abisso o, se preferite, più poeticamente, nella notte che non ha mattino.
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