Lo scrittore Antonio Scurati in questi giorni ha fatto l’ennesima uscita circa il pericolo del ritorno del fascismo in Italia con il governo di Giorgia Meloni. È un tema a lui molto caro, al quale recentemente ha pure dedicato un pamphlet, con il quale abbina il populismo al ritorno del fascismo. Per Scurati, il populismo non rappresenta la richiesta dal basso di rappresentanza e di democrazia, ma semplicemente l’eterna incarnazione del fascismo (“il fascismo eterno”, secondo la demenziale espressione di Umberto Eco). Come non mi stanco di ripetere, l’antifascismo in assenza di fascismo è oggi l’alibi delle sinistre per non essere anticapitaliste in presenza di capitalismo: combattono contro un nemico che per fortuna non è più, per non dover combattere contro il nemico vivente. Max Horkheimer diceva giustamente che non ha il diritto di definirsi antifascista chi non è anticapitalista. Qualcuno vuole davvero credere che oggi il pericolo per le nuove generazioni sia costituito dal manganello e dall’olio di ricino e non invece dai mercati, dal precariato, dalla deegolamentazione e dal sistema finanziario sempre più folle? Variante a sinistra dell’anticomunismo in assenza di comunismo a destra, l’antifascismo in assenza di fascismo è solo una patetica risorsa di adattamento alla civiltà dei consumi del neoliberismo cosmopolita: non ha nulla a che fare ovviamente con il nobile antifascismo in presenza di fascismo di Gramsci e di Gobetti. Che senso ha criticare il governo di Giorgia Meloni accusandolo di fascismo, quando in realtà detto governo rappresenta l’apice del neoliberismo atlantista? Il motivo in realtà è chiarissimo: le sinistre fucsia e neoliberali non possono accusare il governo di Giorgia Meloni di essere liberista e atlantista, dacché ciò equivarrebbe ad accusare anche se stesse. Le sinistre infatti sono oggi liberiste e atlantiste non meno delle destre, e la stessa competizione elettorale si risolve nella gara a chi è più atlantista e liberista. Come è noto, e come ho provato a mostrare nel mio libro “Demofobia”, destra e sinistra sono oggi semplicemente le due varianti del Partito Unico neoliberale e atlantista, che si finge plurale e democratico favorendo la scelta tra plurali che rispecchiano egualmente il messaggio unico della globalizzazione turbocapitalistica. E così mentre pateticamente guerreggiano la destra e la sinistra accusandosi reciprocamente il comunismo e di fascismo, i padroni no border del capitale, in alto, possono continuare indisturbatamente a colpire i popoli, i lavoratori e i ceti medi. Una situazione che farebbe ridere, se solo non facesse piangere.
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