Sul rotocalco turbomondialista “La Repubblica” campeggia un articolo di Nadia Urbinati dal titolo “Quei diritti da difendere”. Lo apro con curiosità e, al tempo stesso, col timore di trovare ciò che in effetti trovo. Quali sono i diritti da difendere secondo la Urbinati? Gender è la prima parola che incontro. Chiudo la pagina. La solita storia: la classe dominante e i suoi intellettuali di riferimento chiamano “diritti” i loro capricci individualistici, di modo che la loro capacità di acquisto si tramuti in diritto (uteri in affitto, bambini comprati, ecc.).


Citazioni

"Io sono come qualcosa di mezzo tra Dio e il niente, o sono così collocato tra il sommo essere e il non essere, che, in quanto sono creato dal sommo ente, non c’è niente in me, per cui io sia ingannato o indotto in errore; ma in quanto partecipo in qualche modo anche del nulla, oppure del non-ente, e cioè in quanto io stesso non sono il sommo ente, e mi mancano quindi moltissime cose, non c’è da stupirsi che io mi inganni". (R. Descartes, "Meditazioni metafisiche")



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Di admin