Si continua indefessamente a discutere circa la possibilità dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Per parte sua, la NATO è già da tempo ampiamente entrata in Ucraina, di fatto considerandola come parte integrante del proprio impero, chiaramente in funzione anti-russa: fin dagli anni novanta, ossia da quando cadde l’Unione sovietica peraltro ingloriosamente, la civiltà del dollaro aspira ad accerchiare la Russia per farla infine capitolare. La guerra d’Ucraina non è se non l’ultimo atto di questa strategia di lunga durata. Sicché quando si dice che l’aggredito ha sempre ragione bisogna ragionare seriamente su chi sia realmente l’aggredito in questo contesto. In ogni caso, il guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, l’attore più pagato di tutti i tempi, ha fatto recentemente sapere che non vi potrà essere sicurezza in Ucraina fintantoché essa non sarà parte integrante anche ufficialmente del patto atlantico. Lo stesso guitto ha detto di essere pronto ad accettare l’invio di truppe europee e della NATO sul fronte ucraino. E non per caso già da giorni i giornali italiani parlano espressamente di questa possibilità. Sul “foglio”, ad esempio, compariva nei giorni scorsi un titolo emblematico: “europei alle armi”. Sotto questo riguardo, Macron aveva precorso i tempi, dicendo più di un anno fa che era d’uopo mandare truppe in Ucraina. Si va davvero verso questa sciagurata possibilità? L’euroinomane Kallas, nei giorni scorsi, ha detto che non è da escludere preventivamente questa possibilità. Per parte sua, la Russia di Putin fa sapere che l’ingresso della Ucraina nella NATO sarebbe una minaccia inaccettabile per il mondo russo. Ed è anche piuttosto chiaro il perché: se l’Ucraina entrasse realmente nella NATO, allora i missili della civiltà dell’hamburger, naturalmente missili democratici e umanitari, si troverebbero di fatto ai confini con la Russia di Putin. Inutile nascondere la testa sotto la sabbia, Come proverbialmente fanno gli struzzi: la situazione sta peggiorando di giorno in giorno e tutto sembra preludere a un conflitto di portata mondiale, naturalmente propiziato in ogni modo dalla NATO e da quell’occidente che, non ci stanchiamo di dirlo, è ormai opportuno appellare uccidente.
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