“Se non voti decidono gli altri per te”. Questa frase, sciocca e banale, risulta ormai un logoro ritornello, facilmente smontabile in quattro punti. 1) Quando abbiamo votato, hanno comunque poi deciso gli altri in direzione opposta rispetto a quella espressa dal voto (chi ha votato Meloni, ad esempio, immagino non votasse per la subalternità dell’Italia a Washington e a Bruxelles, ossia per l’oscena linea assunta dal governo Meloni) . 2) I parlamentari che abbiamo votato non rispondono a noi ma alla classe capitalistica transnazionale, della quale eseguono sull’attenti gli ordini (svolta green, agenda 2030, eccetera). 3) Il sistema elettorale odierno – fondato sul Partito Unico del capitale – presuppone l’esistenza esclusivamente di partiti liberali e atlantisti, che siano di destra, di centro o di sinistra, cosicché a vincere risulta sempre comunque aprioricamente l’ordine liberal-atlantista. 4) Nel caso delle europee, il Parlamento Europeo non decide nulla, essendo solo un organo coreografico che fa apparire democratico un ordine che non è tale: i candidati che vi dicono che, una volta eletti, cambieranno l’Europa, stanno mentendo per ignoranza o in cattiva fede.
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