Nature

FIRME DEI FILOSOFI

“Mi sembra cosa assai naturale, per chi sta per andarsene all’altro mondo, indagare e fantasticare su questo viaggio e come egli se lo immagina” (Platone, Fedone 90 d)




IMMANUEL KANT FRIEDRICH NIETZSCHE GIORDANO BRUNO GIORDANO BRUNO ANTONIO BANFI BARUCH SPINOZA KARL POPPER ANTONIO GRAMSCI BENEDETTO CROCE GOTTFRIED LEIBNIZ BERTRAND RUSSELL SCHELLING JEAN-PAUL SARTRE HEGEL EMANUELE SEVERINO (con dedica a Diego Fusaro) JOHN STUART MILL HERBERT MARCUSE HENRI BERGSON ALBERT CAMUS VOLTAIRE SOREN KIERKEGAARD MICHEL FOUCAULT KARL MARX SIGMUND FREUD UGO SPIRITO Willard Van Orman Quine ARTHUR SCHOPENHAUER MARTIN HEIDEGGER GIANNI VATTIMO, con dedica a DIEGO FUSARO GIANNI VATTIMO 

RENE' DESCARTES (CARTESIO) LUDWIG FEUERBACH ERNST CASSIRER MOSE' MAIMONIDE EDMUND HUSSERL VILFREDO PARETO PIERO GOBETTI NOVALIS PASCAL ROUSSEAU SCHLEIERMACHER SCHOPENHAUER MONTESQUIEU FICHTE HEINE HUMBOLDT GIACOMO LEOPARDI PRIESTLEY HANS KELSEN ERNST JÜNGER SAMUEL CLARKE FRIEDRICH ENGELS KARL MARX KARL MARX JACQUES DERRIDA HANS-GEORG GADAMER MAX WEBER
  HEINE SCHLEIERMACHER KARL BARTH KORSCH PROUDHON SPENCER VOEGELIN BONHOEFFER LABRIOLA

 

Citazioni

"Vorrei stabilire la norma seguente: per ogni uomo che venga in contatto con noi, non si deve stabilire una sua valutazione oggettiva in base al valore e alla dignità, non si deve dunque considerare la malvagità della sua volontà, né la limitatezza del suo intelletto e la stoltezza dei suoi concetti, perché la prima cosa potrebbe risvegliare facilmente contro di lui odio, la seconda disprezzo: bensì si miri soltanto alle sue sofferenze, alla sua miseria, alla sua angoscia, ai suoi dolori: allora ci si sentirà sempre affini a lui, si simpatizzerà con lui e, invece di odio o disprezzo, si proverà per lui quella compassione la quale soltanto è la agape alla quale ci invita il Vangelo. Perché non sorga verso di lui odio, disprezzo non è certamente la ricerca della sua pretesa “dignità”, bensì, all’inverso il punto di vista della compassione, il solo punto di vista appropriato". (A. Schopenhauer, “Parerga e paralipomena”)
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