“This is great news!”. Così Soros junior ha commentato su X la decisione dell’arcobalenico e vegliardo presidente (ancora per poco, Deo gratias) Joe Biden di autorizzare l’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, a usare missili occidentali a lungo raggio contro la Russia di Putin. Insomma, i padroni no border ci fanno sapere che vogliono a tutti i costi la guerra totale contro la Russia di Putin, colpevole di non piegarsi al nuovo ordine mondiale tecnonichilista a stelle e strisce. L’abbiamo detto infinite volte e lo ripetiamo ancora: questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina, essendo invece il conflitto che la civiltà dell’hamburger conduce contro la Russia di Putin per piegarla e renderla una colonia a stelle e strisce. Come più volte abbiamo ricordato, si scrive Wall Street ma si legge War Street. I bellatores globali, cioè la classe dominante transnazionale, non conducono soltanto una spietata guerra di classe dall’alto contro il basso, ma propiziano in ogni modo le guerre guerreggiate contro tutti gli Stati che, come la Russia o la Cina, non si piegano al dominio della civiltà dell’hamburger e della finanza cosmopolitica predatoria. Nel modo più sfacciato e più indecoroso, Soros junior giubila al cospetto di questa orrenda notizia, che segna un ulteriore passo verso la guerra totale; guerra totale da cui, naturalmente, la classe capitalistica transnazionale può trarre solo benefici e profitti. Il nichilismo di tale classe emerge dal fatto che essa non ha altro parametro valoriale se non la valorizzazione del valore, id est il profitto fine a se stesso. Non avrete senz’altro dimenticato che il papà di Soros junior, nel 1992, fece un attacco speculativo in piena regola contro la lira italiana: e ancora recentemente università italiane gli hanno conferito la laurea honoris causa! L’immagine perfetta della subalternità alla potenza del capitalismo finanziario e della classe capitalistica transnazionale, ideologicamente spacciata per filantropica e agente nel nome del bene dell’umanità tutta. Bisognerebbe davvero riappropriarsi del vecchio lessico della politica e tornare a chiamare con il loro nome questi signori: nemici di classe, ma poi anche nemici della pace nel mondo.
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