filosofia, joseph campbell






Edito da Lindau. Autore di testi fondamentali come L’eroe dai mille volti, durante la sua lunga carriera Joseph Campbell ha accolto con piacere ogni occasione gli fosse offerta per comunicare la propria visione dei miti, la sua vera passione: oltre a scrivere, ha tenuto lezioni e seminari e ha accettato con entusiasmo di essere intervistato.

Il piacere di parlare con persone che condividevano i suoi stessi interessi e di esplorare insieme «il passato dell’umanità, saggiandone le profondità più oscure ed elevandosi alle altezze più gloriose» è quello che si respira in questa lunga conversazione «a puntate» con Michael Toms.
Al centro di tutto ci sono ovviamente gli studi compiuti da Campbell fin dagli anni ’20, spaziando dalla cultura dei nativi americani alla spiritualità orientale, dallo sciamanesimo alle religioni occidentali.

Per lui la mitologia ha prima di tutto «la funzione di risvegliare e preservare nell’individuo un senso di meraviglia e di partecipazione al mistero di questo universo, decisamente imperscrutabile», ed è per questo che riflessioni più specifiche lasciano spesso spazio ad apparenti «divagazioni» che parlano della natura profonda dell’uomo, del suo bisogno di miti, della sua vocazione più autentica e del suo avvenire nel mondo.

Attraverso un appassionato confronto di idee in questo libro viene delineandosi «un emozionante e visionario viaggio nel futuro, con una guida sapiente che faceva uso delle mappe del passato per illuminare il cammino». E una grandiosa celebrazione dello spirito umano e della vita.





Citazioni

"Succede che più d'un individuo per tutta la sua vita si porti appresso frottole, idee assurde, stravaganze, idee immaginarie e pregiudizi che arrivano fino a essere idee fisse. Egli, infatti, non ha mai cercato di ricavare da sé solidi concetti dalle intuizioni e dalle esperienze, avendo ricevuto tutto bello e pronto: appunto questo fatto rende un numero infinito di individui così superficiali e insulsi. Invece, fin dall'infanzia bisognerebbe rispettare il cammino naturale della formazione della conoscenza. Nessun concetto dovrebbe essere introdotto, se non attraverso l'intuizione, o almeno non dovrebbe essere accreditato senza di essa. Il bambino avrebbe allora pochi, ma giusti ed esaurienti concetti". (A. Schopenhauer, "Parerga e paralipomena")

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Di admin