La vicenda merita un sovrano disinteresse, certo. Ma leggete con attenzione le rivelative parole del rotocalco turbomondialista, voce del padronato cosmopolitico. Per i pedagoghi del globalismo e della fluidità universale, “normale” non è avere una famiglia, ma distruggerla il prima possibile e, in prospettiva, vivere come atomi single, sempre aperti al consumismo erotico e alla deregulation sentimentale.

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