Lo sport più in vista in queste Olimpiadi 2024 di Parigi sembra essere l’ideologia arcobalenica. Ha destato un certo scalpore il rifacimento, rigorosamente in salsa arcobaleno, dell’ultima cena: parrucche fucsia, abbigliamenti volgari e uomini camuffati da donne che imitavano goffamente e anche grottescamente il modello dell’ultima cena, uno dei capisaldi della tradizione cristiana. Il tramonto dell’Occidente evocato da Spengler affiora limpidamente anche da queste scene da fine impero, in cui la volgarità e l’ignoranza si autocelebrano come vette insuperabili, e la più bieca e rozza dissacrazione viene fatta passare per libertà di espressione. Come ho cercato di chiarire nel mio studio “La fine del cristianesimo”, la dissacrazione del sacro, spesso nella forma di una offesa permanente ai simboli della religione trascendente, rientra appieno nel programma della civiltà nichilista dei consumi: per la quale nulla deve essere sacro, perché tutto deve essere in vendita. L’inimicizia tra capitalismo e religione della trascendenza risulta ormai evidente sotto ogni profilo, a tal punto che i sedicenti artisti del nostro presente sembrano aver trovato nell’attacco al sacro il proprio punto di riferimento costante. Gli acefali che hanno inscenato l’ultima cena in tinta arcobaleno pensano probabilmente di essere rivoluzionari e non si accorgono di essere semplicemente gli utili strumenti del nuovo ordine globalcapitalistico. Si illudono di essere contestatori quando in realtà semplicemente incarnano lo spirito conformistico più radicale oltre che più volgare.

(Visualizzazioni 48 > oggi 1)

Di admin