"Il sistema della libertà appaga il mio cuore, il sistema opposto lo uccide e lo annienta. Starmene freddo e morto, e assistere solo come spettatore al cangiamento degli eventi, come uno specchio inerte di forme che trapassano veloci. Questa esistenza mi è insopportabile, io la disprezzo e la maledico. Voglio amare, voglio perdermi nella partecipazione, rallegrarmi e conturbarmi. L’oggetto supremo di questa partecipazione sono per me io stesso".
(J. G. Fichte, “La missione del dotto”)