Una placida domanda, che non vuole essere “focolaio” di polemiche, ma spunto per una serena discussione polifonica: nell’estate del 2020, in assenza del siero benedetto, i contagi erano crollati e le terapie intensive erano pressoché vuote; nell’estate del 2021, pur in presenza del miracoloso e sempre laudando siero benedetto, i contagi crescono ogni giorno più celermente, peraltro coinvolgendo direttamente anche coloro i quali alla seconda dose del siero benedetto si sono sottoposti. E i soliti quattro o cinque medici che il circo mediatico ha scelto di presentare come i titolari monopolisti della Scienza (altri maliziosamente direbbero della narrazione coerente con il nuovo modo di governo delle cose e delle persone) vanno ripetendo che la soluzione sta nel somministrare a tappeto il siero benedetto. In termini di pura logica aristotelica, mi pare che qualcosa non torni, per usare una formula ampiamente eufemistica. Chiediamo allora, con il lieto candore dei bambini e con l’ardente volontà di sapere dei socratici: 1. Perché tale differenza tra l’estate 2020 e quella del 2021?; 2. È davvero la soluzione migliore procedere con la vaccinazione di massa nel corso di una pandemia? 3. Il vaiolo, come noto, durò parecchi secoli, senza lockdown generali e anzi con molteplici conquiste, nel mentre, della civiltà umana, nonostante il persistere della malattia: nella peggiore delle ipotesi, ci attendono forse secoli di lockdown, di quarantene a singhiozzo e di nuove dosi del siero benedetto?












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