Come prevedibile, Marine Le Pen ha trionfato alle elezioni in Francia. Tutto era cominciato, qualche settimana fa, con le europee, ove la Le Pen aveva letteralmente sbaragliato il prodotto in vitro dei Rothschild, Macron. La cui sconfitta, a nostro giudizio, si spiega anche e non secondariamente in ragione della questione bellica, poiché Macron ha più volte sostenuto l’esigenza di mandare truppe in Ucraina: cosa che evidentemente al popolo francese – del tutto comprensibilmente – non è affatto piaciuta. E adesso la Le Pen ripete il successo alle elezioni nazionali. Come più volte ho sostenuto, ho il forte sospetto che la Le Pen sia solo una Meloni in salsa gallica, e dunque non sia in grado di invertire la rotta rispetto al neoliberismo cosmopolita: l’ho detto e lo ripeto, la sinistra neoliberale e la destra neoliberale – non solo in Italia – sono perfettamente complementari, rappresentando semplicemente le due ali dell’aquila turbocapitalistica. Staremo a vedere, in ogni caso: non passi inosservato comunque che la Le Pen ha già in più occasioni – e da diversi anni – espresso il proprio posizionamento a favore di Israele e non del popolo palestinese. Questo già dovrebbe bastare a chiarire almeno in parte come la Le Pen difficilmente rappresenterà il cambiamento. Vero è che ella ha sostenuto l’esigenza di dialogare con Putin e di trovare un’intesa, aspetto positivo indubbiamente da non trascurare. Non passi altresì inosservato che alle elezioni le sinistre si sono in blocco alleate con Macron per contrastare quello che hanno ignobilmente definito “il ritorno del fascismo”: in nome della lotta contro l’inesistente (per fortuna) fascismo, la new left supporta pienamente il neoliberismo dominante. È il teorema che abbiamo ampiamente spiegato nel nostro studio “Sinistrash”: l’antifascismo in assenza di fascismo serve come alibi alla arcobalenica new left per supportare la società capitalistica, identificata penosamente con la “democrazia” da difendere. In tal maniera, la sinistra si conferma guardia fucsia della violenza dei mercati e del nuovo totalitarismo glamour del capitalismo finanziario di libero consumo e di libero costume. Per combattere il fascismo, che non è più, la new left supporta pienamente la violenza capitalistica, che ovunque prospera.
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