È accaduto ieri. Gli Stati Uniti d’America hanno posto il veto sul cessate il fuoco a Gaza. La notizia si trova su tutti i principali quotidiani, naturalmente anche su quelli – che poi sono la maggioranza – al di là di ogni sospetto di posizione critica rispetto alla civiltà del dollaro. Insomma, la monarchia dell’hamburger gioca ora decisamente a carte scoperte. E rivela di non avere alcun interesse alla pace in Medio Oriente. La gravità del gesto statunitense non deve passare sotto silenzio. Aver posto il veto significa essersi schierati a favore della prosecuzione della strage degli innocenti. Perché questo e non altro sta avvenendo a Gaza, nel generale silenzio complice della cosiddetta comunità internazionale, che è poi un altro nome ipocrita con cui l’occidente chiama se stesso. Il cessate il fuoco dovrebbe essere la priorità assoluta, naturalmente per chi avesse a cuore anzitutto la sorte della popolazione civile di Gaza, martoriata e trattata in modi sempre più platealmente disumani. Sembra che si riproponga lo stesso copione dell’Ucraina, ove gli Stati Uniti sembrano essersi adoperati in ogni modo acciocché non si raggiungessero mai accordi di pace. Sempre più chiaramente appare allora come la civiltà del dollaro possa essere tranquillamente definita civiltà della guerra e dell’imperialismo. Wall Street andrebbe allora meglio definita come War Street. E mentre i padroni del discorso continuano a farci credere che i cattivi e i dittatori siano Putin e XI Jinping, dovrebbe cominciare a sorgere qualche legittimo sospetto anche nei più refrattari e nei più allineati al nuovo ordine mentale di completamento del nuovo ordine mondiale: a non volere la pace e l’equilibrio delle forze nel mondo sono proprio loro, gli Stati Uniti d’America, che si adoperano in ogni modo affinché le guerre prosperino e possano essere volte a vantaggio della civiltà del dollaro e della sua sete inestinguibile di dominio sul mondo intero.
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