E adesso Biden vuole triplicare i dazi sull’acciaio proveniente dalla Cina. Una prova ulteriore del fatto che la civiltà dell’hamburger sta agendo in ogni modo per provocare il dragone asiatico e per giungere, presto o tardi, allo scontro come già ha fatto con la Russia di Putin. D’altro canto, stiamo assistendo al declino della civiltà a stelle e strisce, alla quale rimane soltanto il primato militare: quello economico sta già passando da tempo al dragone cinese. Cosa capita quando la più grande potenza mondiale perde il primato economico e mantiene soltanto quello militare? Gli scenari non sono particolarmente entusiasmanti. Nel suo monumentale studio “Il lungo XX secolo”, Arrighi lo aveva in parte anticipato, segnalando come il ciclo economico egemonico americano, dominante nel XX secolo, fosse destinato a declinare. Nel successivo studio, l’ultimo da lui pubblicato, “Adam Smith a Pechino”, Arrighi aveva ragionato attentamente sull’emergenza della nuova egemonia economica cinese. Gli era perfettamente chiaro che presto o tardi si sarebbe arrivati allo scontro tra la Cina e gli Stati Uniti, non disposti a perdere la propria egemonia e pronti a fare letteralmente di tutto per reagire. Con ogni probabilità, Taiwan potrebbe essere il locus belli, vuoi anche il punto caldo di una nuova possibile guerra tra gli Stati Uniti e la Cina. Sotto questo riguardo, Taiwan starebbe alla Cina come l’Ucraina sta alla Russia. Come è noto, e come noi stessi abbiamo ribadito ad abundantiam, la civiltà dell’hamburger sta usando l’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, come “bastone” contro la Russia di Putin, per riprendere l’efficace espressione impiegata a suo tempo da Giulietto Chiesa. Analogamente, il leviatano a stelle e strisce potrebbe usare, come in parte già ha fatto, Taiwan come bastone contro la Cina, fomentando rivolte arcobaleno e producendo le condizioni ideali per un proprio intervento nell’area. Staremo a vedere ma indubbiamente le premesse non sono particolarmente felici.
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