LESSING |
Federico II, Kant e Lessing sono per una certa storiografia i cardini sui cui si fonderebbe l’ Illuminismo tedesco, unico ed autentico incipit della rinascita della Germania nell’ Ottocento.
Al di là di questa lettura, le personalità di tali uomini furono diverse e potenzialmente contrastanti; Lessing vide in Federico II il promotore della rinascita popolare ma ciò non gli impedì di usar nei suoi confronti dure espressioni, dicendo che la libertà concretatasi a Berlino era in – autentica con l’ impossibilità quindi, di condurre una critica alle istruzioni politico – sociali: questo ci svela l’ indipendenza dello spirito di Lessing, che lo spinse a rifiutare la cattedra di eloquenza a Königsberg – che obbligava chi ne era investito di pronunciare un panegirico -, verso la fine della sua esistenza di sistemò come bibliotecario del duca di Brunswick a Wolfenbüttel [ lanciando i suoi dardi velenosi con l’ oppressione spirituale, “ Nathan il saggio “ è la sua opera più polemica da questo punto di vista ].
Lo stesso Kant dovette subire la coercizione del successore di Federico II, egli – a differenza di Lessing – tenne una posizione meno radicale, promettendo di non ritrattare ma di tacere come dovere di suddito; se Lessing rappresentò l’ alfiere delle istanze della borghesia, Federico II nonostante la sua politica spregiudicata non può prescindere dal suo secolo, egli stesso usò dei metodi non diversi da quelli dei suoi colleghi, essendo un conservatore interessato a mantenere la rigida divisione di classi ed il sistema filo – feudale, con un’ amministrazione civile e finanziale [ negativa ] e una serie di guerre atte al recare prestigio al blasone della sua dinastia..
Federico II fu un sovrano aperto alla cultura e capace di motteggiare, le sue campagne militari furono prevalentemente vittoriose destando odi ed un’ ammirazione sempre crescente nei giovani dell’ epoca.
Lessing [ che criticò il sovrano ], Kant e Federico II rappresentarono quindi le tre linee di sviluppo essenziale della Germania, seppure a volte entrando in contrasto tra loro.
Lessing nato in Sassonia il 22 gennaio 1726, fu avviato in prima battuta negli studi teologici, ma manifestò un particolare amore e predisposizione per le questioni artistiche e letterarie, ciononostante il problema religioso si dissolse, al padre in ansia, rispondeva che la fede è non cosa che possa accettarsi ad occhi chiusi dai propri genitori, senza un precedente esame.
Fu uno spirito innovatore, convinto della necessità di vivere la vita pratica ed immergersi nel mondo sociale, oltre a portare avanti gli studi, prese lezioni di equitazione, di scherma, di ballo frequentando l’ ambiente di teatro; scrisse le sue prime opere teatrali, “Il giovane erudito “, “ La zitellona “ ed il “ Misogino “.
Ciò non poteva che destare scandalo nella Germania dell’ epoca invisa di questioni teologiche e figlia della Riforma, il genio leibniziano così estraneo a quella nazione, poté aver sviluppo in Germania grazie all’ opera di sistematizzazione di Wolff, che diede una veste rigido – scolastica alle intuizioni geniali leibinziane, le letture di Lessing e Kant, per quanto possano sembrare contrastanti sono entrambe valide.
Lessing nella prefazione al Laoconte [ 1766 ] dice ironicamente che i tedeschi sono eccelsi nel trarre da una serie di assiomi tutto ciò che vogliono, per Lessing l’ occupazione più gradevole è quella di colpire con intuizioni di genio gli schemi e i pregiudizi.
Kant nella prefazione alla seconda edizione della “ Critica della ragione pura “ del 1787, vide in Wolff il creatore dello spirito del sistema o Gründlichkeit, e lancia severe critiche contro gli a - sistematici.
Wolff nelle sue opere, concepì la filosofia non come una mera scienza accademica, bensì come un discorso rivolto alla tutti, una scienza pratica finalizzata all’ operare dell’ uomo, i borghesi dell’ epoca preferirono al pietismo ed al dogmatismo degli ortodossi, la prospettiva wolffiana, che conciliava fede e ragione senza però negare l’ autonomia alla speculazione nei limiti del controllo dello Stato assoluto [ vi fu un serio dibattito sia in ambito politico che religioso ].
Pietisti e ortodossi si scagliarono contro il sistema wolffiano in quanto temevano i motivi ateo – spinoziani e la forza disgregatrice contro l’ autorità politico – religiosa contenuti in esso, inoltre avendo un’ alta influenza sul sovrano, ebbero effetti evidenti: fu allontanato dall’ università di Halle, con pena l’ impiccagione, se non si fosse allontanato da tutti i terrori prussiani, il governo avrebbe condannato chi avesse propagato le idee sovvertive di Wolff, che ricevette la sua riabilitazione solo con Federino II nel 1740.
Lessing in questo clima, si fece alfiere di un illuminismo mondano, aperto alle istanze straniere, combattivo e radicale, prettamente anti – sistematico, la sua figura va posta in relazione a tutti quei filosofi occasionali e popolari, che con il loro stile piano e lineare di ispirazione inglese e francese, divederono nuova linfa alla cultura del tempo [ Martin Knutzen, Joachim Georg Darjs, Johann Heinrich Lambert, Johann Jacob Engel, Joahann Nikolaus; vi furono wolffiani di sinistra ].
Tali pensatori compirono trattazione variegate, dalla critica storica, all’ estetica, alla logica per giungere alla religione; vanno ricordati Hermann Samuel Reimarus, l’ ebreo Moses Mendelssohn, il libraio scrittore Christoph Friedrich Nicolai ed infine Herder: romperanno i cancelli dell’ astratto universalismo riscoprendo il valore dell’ individualità, leggendo le opere di Leibinz senza la mediazione wolffiana [ nel 1765 erano stati stampati i Nouveaux Essais di Leibniz ], diffondendo le idee di Rousseau, Diderot e Shaftesbury.
Gli anni trascorsi a Berlino per Lessing furono importanti da un punto vista estetico e per il fatto che acuì il suo senso critico e polemico; Lispia e Zurigo in quegli anni erano i due maggiori centri culturali, il razionalista wolffiano Gottsched nella sua Poetica critica del 1730, riprende un ideale aulico e cortigiano della letteratura, e come modello il teatro classico francese [ Corneille e Racine ] e la tesi secondo cui l’ essenza della poesia è l’ imitazione della natura.
Gli svizzeri con Johann Jakob Bodmer e Johann Jakob Breitinger giungendo a Leibinz senza la mediazione di Wolff, affermavo che la poesia è frutto dell’ immaginazione, facendo riferimento alle “ piccole percezioni “, il linguaggio dell’ opera poetica è meraviglioso, sorprendente e impregnato di sensualità, che desta una vasta gamma di emozione nell’ animo.
La scuola di Zurigo trovò i suoi modelli nel Paradiso perduto di Milton e nel teatro di Shakespeare, e si mosse – a differenza della scuola di Lispia – nell’ ambito delle prime ed incerte ispirazioni della borghesia.
Nel vivo della polemica , pregno delle suggestioni dell’ Estetica di Baumgarten e dello scritto di Winckelmann “ Sull’ imitazione delle opere dei Greci nella pittura e nella scultura “ Lessing fece il suo ingresso.
Se Baumgarten fu importante per aver donato un’ autonomia all’ estetica, Winckelmann riscoprì l’ arte figurativa greca in una lettura neoplatonizzante ed ideale, l’ elevazione del mondo greco sarebbe insita nelle condizioni politiche, ambientali e culturali.
Nella “ Critica dei captivi di Plauto “ [ 1650 ] si oppose alla visione aristocratica di Gottsched, nel “ Laoconte “ distinse il linguaggio poetico da tutte le altre forme espressive [ 1666 ], contrapponendosi all’ insegnamento di Winckelmann e di Orazio, disgiunse il bello ideale in poesia dal bello ideale nelle arti figurative [ non è quindi possibile parlare come fa Winckelmann di una superiorità dell’ esemplare greco rispetto al dramma di Virgilio ], queste ultime possono cogliere solo un momento dell’ accadimento, mentre la poesia dispiegandosi nello spazio riesce a dare una rappresentazione dinamica degli eventi, non essendo mera esercitazione letteraria, ma opera d’ ispirazione, specchio della vita, delle passioni e delle azioni.
Oltre al “ Laoconte “ bisogna ricordare la “ Drammaturgia d’ Amburgo “ [ periodo a cui lavorò ], importante per il Romanticismo tedesco, Lessing perverrà ad una sintesi nell’ orizzonte estetico tra la razionalità di Gottsched e la sfera spontanea – immaginosa della scuola di Zurigo: il genio fa le regole, ed ogni regola può essere superata dalla creatività geniale.
Dal 60’ al 70’ oltre al dispersione spirituale, Lessing si immerse nella critica e nella polemica, maturando la sua cifra teatrale, in opere quali “ Emilia Galotti “ o “ Minna von Barnhelm “, si affacciano i motivi dell’ emancipazione della società dall’ arbitrio principesco, è importante ricordare l’ amicizia con il poeta Kleist fondamentale sia per il suo sostentamento che a livello culturale, inoltre proprio in questo periodo sferrerà i suoi dardi contro il dispotismo di Federico II.
Lavorò a Breslavia presso il generale Tauentzien come segretario conducendo una vita dissipata tra osterie e tavoli da gioco, senza quindi arricchirsi, ritornerà a Berlino, per poi recarsi nel 1767 ad Amburgo [ Lettere di un contenuto antiquario ], ottenendo la carica di condirettore e consigliere del Teatro avendo la possibilità di continuare la sua critica letteraria, e tramite il valore pedagogico del teatro risvegliare la coscienza nazionale tedesca ai valori di libertà e dignità.
Dopo un anno e mezzo lascerà Amburgo a causa della chiusura del teatro, con enorme dispiacere, in quella libera città mercantile aveva conosciuto Bach, Reimarus, il pedagogista Basedow, il poeta Klopstock, ed Eva Katharina a cui sarà particolarmente legato, tanto da sposarla quando rimarrà vedova accettando il posto di bibliotecario a Wolfenbüttel.
Come bibliotecario del duca di Brunswick a Wolfenbüttel dovrà vivere in un ambiente totalmente controllato dalla censura, in ristrette economiche ma ciò non gli soffocherà la vena critica, Lessing condurrà un’ esistenza tranquilla, in serenità e raccoglimento: punto saliente è la ripresa del dibattito religioso – teologico, già in gioventù nelle sue opere aveva espresso l’ esigenza di convincersi della propria fede, ora perverrà ad una fede più intesa, divenendo idealmente “ pastore del genere umano “.
Pubblicando i “ Frammenti di un anonimo “ accenderà un forte dibattito teologico – religioso, rispondendo prontamente a tutte le critiche mossegli [ Hannover Johann Heinrich Ress, Johann Balthasar Lüderwald e Johann Melchior Goeze ], facendosi alfiere di una religiosità non dogmatica.
Dopo aver perso la moglie nel 78’ si immerse totalmente nei suoi studi religiosi, mostrando come se le teologie dividano gli uomini, la vera religiosità sia una dedizione interiore a Dio che pone un legame di fratellanza ed amore tra gli uomini, a questo periodo risalgono le opere “ Nathan il saggio “ e “ L’ educazione del genere umano “, dove afferma che la rivelazione di Dio è interna ad ogni coscienza e la storia dello spirito umano è la storia di Dio nell’ uomo [ si spegnerà il 15 febbraio del 1781 ].
Il dibattito religioso europeo affondava le sue radici nel Rinascimento, che sembrava coniugare scienza e fede, tollerando le varie manifestazioni religiose [ Ficino con il “ una est religio in rituum, variegate “, Tommaso aveva visto nella ragione e nella natura non necessariamente una corruzione, tentando un’ armonizzazione tra fede e ragione, e vedendo in quest’ ultima il preambolo della rivelazione ] e nella Riforma.
Da Cusano a Ficino, il platonico portavoce dell’Eros ed il neoplatonismo del Bello, forgiano una nuova teologia in cui soprasensibile e sensibile sono coniugati insieme, in Pico l’ armonia fede e ragione, andrà a sbilanciarsi in favore della fede, per poi giungere con Bruno e Pomponazzi ad un privilegiamento della ragione.
Colet criticò Tommaso di sofisticheria, Erasmo esaltò un modello di fede più essenziale ed non irrigidita dagli schemi del dogmatismo, Tommaso Moro, affermava la necessità di una religione entro i limiti della ragione, sostenendo nella sua “ Utopia “ l’ importanza del politeismo: in questi autori si manifestò la tesi secondo la quale la religiosità trascende ogni formarsi storico.
Nella scuola di Cambridge di forte ispirazione neoplatonica sulla linea di Ficino, la divinità si trova solo nella vita spirituale [ John Smith ], per conoscere il Bene bisogna esserne già formati [ Henry More ] e l’ andare contro ragione è un andare contro Dio [ Wichcote ]: sarà degno di essere chiamato cristiano chi avrà il messaggio di Cristo nel cuore, Lessing avrebbe poi ribadito che esisteva la religione prima della Bibbia, gli evangelisti e gli apostoli insegnarono il cristianesimo perché vero.
L’ insegnamento della scuola di Cambridge fu ripreso da Shaftesbury in panteismo etico – estetico, attraverso queste linee guida possiamo capire il deismo di Lessing.
Lo scontro tra la civiltà mussulmana e quella occidentale, il dispiegarsi nei paesi protestanti di diverse confessioni religione, fece scaturire l’ esigenza di una religione naturale e tollerante; la religione cominciò a trasformarsi in un discorso morale legato all’ interiorità [ già Bodin con toni incerti aveva sottolineato la fratellanza tra tutte le religioni, anche se nel suo discorso non si trova la radicalità di quello di Lessing ].
Cherbury [ che poi influenzerà Tindal ] costruirà una religione comune a tutta l’ umanità su cinque principi cardine, per Tindal bisogna eliminare il concetto dannoso di rivelazione usando una corretta educazione per l’ umanità.
Il deismo diviene la religiosa ufficiale dell’ Illuminismo, toccando in Francia con Voltaire un sapore tout court anti – clericale, “ deismo “ scrive Voltaire è la semplice adorazione di Dio prima ogni sistema religioso storico, che permette di aiutare l’ oppresso e l’ indifeso.
Verri in Italia dirà che i filosofi francesi se potessero istituirebbero una nuova Inquisizione per condannare coloro che non sono del loro stesso parere; la Chiesa reagirà con radicalità dinnanzi al deismo [ F. Suarez pensatore della tarda Scolastica cerca di operare una razionalizzazione delle fede ].
Se il deista accoglie della rivelazione ciò che inerisce nella rivelazione razionale, l’ apologista invece afferma che la religione naturale è solo quella cristiana, l’ apologetica cercando di abbattere il deismo in realtà lo rafforza soltanto [ tra gli apologisti si ricorda il Warburton che vedeva come fondamentale la cooperazione tra Stato e Chiesa, per il consolidamento morale della società ].
Se in Francia vigeva una critica sottile e piacevole esteticamente, in Germania la coscienza luterana unita ad influssi deisti, risvegliò lo studio delle Scritture in ebraico ed in greco, giungendo ad un piano ricco e con un senso altamente acuto del dramma religioso.
S. Jakob Baumgarten teologo e fratello dell’ autore dell’ Estetica, asserisce che l’ essenza del puro cristianesimo è nell’ interpretazione razionale dei testi unita ad un’ ispirazione prettamente pietistica, Michaelis e il filologo e latinista Ernesti affermano l’ importanza di condurre un’ indagine filologicamente corretta dei testi umani e divini.
Lo studioso più vicino a Lessing è senza dubbio, Johann Salomo Semler che radicalizza l’ esigenza di rivedere la teologia mediante un’ analisi filologica cosciente della stessa storicità delle Scritture [ influsso spinoziano ], egli dice che la religione è moralità, l’ errore dei teologi [ veri nemici del cristianesimo ] consiste nell’ esser passati da un piano fenomenologico – immanente ad uno trascendete assoluto che si situa al di là del tempo [ Trattato sul libero esame del canone ], da questo errore scaturisce l’ impoverimento della fede schiacciata dal peso dei precetti e delle pratiche esteriori.
Ciascun testo è un grado dell’ evoluzione della fede in un dato momento della storia, quindi la distinzione tra ortodossia ed eresia [ cara ai teologi ] viene a mancare: la religione ebraica come le altre religioni pagane sono tappe di un’ evoluzione morale.
Reimarus fu un filologo di grande prestigio e rigore, che si interessò alla filosofia religiosa, tentando di conciliare l’ istanza della tradizione cristiana con il sapere razionale; da un punto di vista esoterico sviluppò un’ accesa critica agli artifici teologici avanzando severe critiche alla scrittura [ Apologia ossia scritto in difesa dei ragionevoli adoratori di Dio ], il popolo però non pronto per la verità va mantenuto nell’ errore.
Lessing lesse l’ opera di Reimarus, e poté pubblicare anonimamente larghi stralci degli scritti critici di Reimarus, sotto il titolo “ Frammenti di un anonimo “, in questo modo egli diventò – senza volerlo – il baluardo dell’ ala più avanzata dell’ Illuminismo tedesco.
Già nel primo frammento intitolato “ Sulla tolleranza verso i deisti “ si affermava che l’ unica religione valida è quella fondata sulla ragione, l’ insegnamento di Cristo è in sintonia con la legge razionale – naturale, i teologi avrebbero portato verso una mistificazione e quindi hanno assunto le vesti dell’ intolleranza.
Negli altri cinque frammenti si ribadisce il valore assoluto della ragione [ il codex scriptus è interno al codex vivus, l’ idea dei miracoli è contraddittoria con la tesi di un Dio perfetto creatore dell’ universo ], la cattiva interpretazione della Sacra Scrittura e non la non importanza della rivelazione, nell’ Antico testamento inoltre, non compare la tesi dell’ immortalità dell’ anima, ma un’ esistenza fugace e terrena, in “ Sulla storia della rivelazione “ Reimarus sostenne che la resurrezione sarebbe una mistificazione ad opera dei discepoli, a ciò v aggiunto che abbiamo ricevuto testimonianze contraddittorie.
Neanche Gesù Cristo secondo Reimarus avrebbe voluto essere il cardine di una nuova religione, bensì solo di un’ etica dell’ amore, furono i discepoli a leggere il loro maestro in una chiave messianica che divenne la base per i successivi discorsi teologici.
Le basi dell’ ortodossia furono scalfite dal misticismo, una delle manifestazioni più rilevanti in seno alla Riforma luterana, finalizzata a contrapporsi alla dottrina ufficiale della Chiesa con una prassi della pietà [ Jakob Spener ] , Dio parla nella coscienza [ la religione diventa un alto ideale etico privo di implicazioni teologiche ] e ogni sofisticheria va abbandonata: il rischio di tale lettura risiede nel toglier un fondamento alla scrittura [ la rivelazione si manifesta nel tempo, in questo modo l’ esito del misticismo è pienamente razionale ].
Le due fonti del deismo furono il pietismo [ Dio è nell’ interiorità della coscienza ] e razionalismo che risolse la fede nella ragione, quando confluirono in un unico indirizzo generarono una forma di naturalismo incapace di penetrare la dimensione storica e la tavola valoriale.
Lessing dal canto suo, denunciò la superstizione e il fanatismo della religione positiva, ma nello stesso tempo negò che siano mere imposture, ponendosi al di fuori di ogni ortodossia, scrisse che la religione é rivelazione, che si attua mediante una progressiva ascensione alla ragione, la religione è quindi morale ed i testi sacri hanno un valore storico.
Nel frammento giovanile “ La religione “ [ che doveva essere un poema ], Lessing scrisse [ appena ventenne ] che il problema fondamentale è già da lungo tempo quello religioso, la via per giungervi passa per l’ interiorità della coscienza, la conoscenza di se stessi: due sono i cardini della religione l’ amore [ che nasce dal cuore, come continuo slancio e viva fede ] e la verità [ sorta dall’ intelletto, intesa come continua ricerca ].
Risulta importante per il giovane Lessing alimentare la dialettica tra idee diverse, in modo tale da poter sviluppare un discorso rigoroso, consci del fatto che ogni giudizio è una generalizzazione operata in un dato momento storico.
Nella “ Rettung des Hieronymus Cardanus “ sostenne che il filosofo in una disputa non può contendere per la parte vincente, bensì solo per la ricerca della verità, dato che ogni elemento é complementare all’ altro, il pensatore che non segua tale via é destinato a “ negli angusti limiti della propria pretesa infallibilità “.
Lessing sì impegnò nella difesa dell’ umanista Gerolamo Cardano , affermando che se la dottrina deve essere chiara e razionale di una religione, quest’ ultima però non può essere fondata su argomentazioni; gli eretici sono coloro – scrive Lessing – che hanno voluto vedere con i propri occhi, e si sono scontrati con forme di oscurantismo, nella difesa di Berengario, Lessing pose in rilievo il suo spirito dialettico e non propenso ad accettare supinamente la fede [ in Neuser, l’ unitarista vedrà una prefigurazione del deista in lotta con dogmatismi teologici e le superstizioni ].
Nel breve saggio del 50’ “ Pensieri sugli Herrnhuter “, è esaltata la tolleranza ed il rispetto reciproco pur nella diversità delle opinioni, l’ uomo sarebbe stato creato per agire e non per dedicarsi a meri sofismi, le religioni positive decadono a causa dei vari fanatismi [ Lutero stesso che si scaglia contro l’ intolleranza papale, diventa a sua volta intollerante ] , la religione ridotta a superstizione fa scaturire la reazione della ragione che finisce però con il diventare astratta [ vera religiosità sarà quella vissuta nell’ amore per il prossimo e Dio ].
Nel “ Cristianesimo della ragione “ del 1753, Lessing oltre a cercare di risolvere il dogma trinitario secondo schemi razionali [ con influssi leibniziani e spinoziani ], giunse ad una visione prossima all’ immanentismo, nel tentativo di fondere la religione positiva con quella naturale.
Il perfettissimo scrive Lessing, è Dio stesso, in lui rappresentazione, volontà e creazione sono una cosa sola, Dio ha creato nell’ eternità un Ente, Dio – figlio, immagine – identica di Dio: l’ armonia che intercorre tra loro è chiamata Spirito [ coincidenza trinomica ].
Pensando tutte le sue perfezioni separatamente ha creato un insieme di esseri, il mondo costituito su una scala gerarchia passante dagli essere inferiori a quelli superiori, l’ armonia è il generale procedere del mondo.
Ogni creatura nel mondo ha un grado di consapevolezza che corrisponde ad un preciso livello della perfezione divina, gli esseri in grado di agire consapevolmente e perciò capaci di seguire una legge, sono morali [ “ agisci conformemente al grado tuo proprio di perfezione “ ].
Lessing concluse con un forte sapore leibniziano con la proposizione 27, dicendo: “ Poiché nella serie degli esseri non può esserci salto alcuno [ legge della continuità di matrice leibinziana ] non può esservi salto alcuno, debbono esserci anche esseri non ancora abbastanza chiaramente consapevoli delle loro perfezioni. “
Nello scritto “ Sulla realtà delle cose fuori di Dio “, Lessing tenne una posizione prettamente immanentista, mostrando come se distinguiamo Dio da entità fuori di lui, scalfiamo la perfezione divina, creando inoltre inutili doppioni: le idee di cose accidentali in Dio sono idee accidentali.
In “ Sulla genesi della religione rivelata “ [ scritto intorno al 60’ ] la preoccupazione teologico – metafisica del frammento precedente venne a mancare, per approdare verso una storicizzazione delle religioni positive e relativizzazione di quella naturale, che perde il suo valore assoluto – universale per porsi come slancio diversificato della spiritualità umana ed in termini sociali come convezione: ogni religione positiva assurge pertanto a dignità di religione rivelata, nella coscienza della società è espressione dell’ esigenze naturali dell’ uomo.
Cercare di avere di Dio la concezione più degna ed elevata, è compito della religione naturale, ogni uomo si sente legato a quest’ ultima, così come dal diritto naturale si è costruito un diritto positivo, altrettanto si è fatto, passando – sul piano sociale – dalla religione naturale a quelle positive.
Lessing disse che “ tutte le religione rivelate “ sono rispetto alla religione naturale “ ugualmente e ugualmente false “, false nella misura in cui hanno elementi caduchi e contingenti, vere per l’ esigenza di unitarietà tra gli uomini: “ La migliore religione rivelata o positiva è quella che contiene la minor quantità di aggiunte convenzionali alla religione naturale e che della religione naturale limita il meno possibile i buoni effetti. “
Alla base di questa concezione si situa la tesi gnoseologica di Lessing, secondo la quale la conoscenza è un faticoso percorso dello spirito umano, un moto di ricerca in fieri, sintesi dell’ universale [ filosofia ] e del particolare [ storia ] , del perché e del come, superamento delle posizioni razionaliste ed empiriste.
E’ importante sottolineare come Lessing sia influenzato dall’ insegnamento leibniziano contenuto nei “ Nuovi saggi sull’ intelletto umano “ [ che aveva pubblicato nel 1765, sconosciuti alla scuola di Wolff ], dove compare la distinzione tra verità di ragione e verità di fatto; in questo modo Lessing non scorge contraddizione tra la rivelazione particolare e quella universale, vedendo nella ragione una tensione verso il graduale compimento di un ideale.
Il problema religioso è unito a quello relativo alla conoscenza, l’ umanità tende così ad un fine predeterminato, da un piano d’ oscurità ad una di luce della ragione: “ Non la verità di cui si è o si presume di essere in possesso, ma il sincero sforzo impiegato per scoprirla determina il valore dell’ uomo. Poiché non il possesso ma la ricerca della verità estende il suo potere: solo nella ricerca consiste la sempre crescente sua perfezione; nel possesso invece egli s’ accheta, si fa pigro, presuntuoso.
Se Dio tenesse chiusa nella sua destra tutta la verità e tenesse nella sua sinistra il solo eterno tendere verso la verità con la condizione di dover andare sempre errando e mi dicesse: scegli! Mi rivolgerei subito umilmente alla sua sinistra e direi: dammi, o Padre! La verità pura è per te solo “
Ne “ La religione di Cristo “ [ frammento del 1780 ], disse che la religione di Cristo e quella cristiana due religioni diverse, quella di Cristo è “ la religione che egli stesse come uomo conobbe e praticò, che ogni uomo può avere in comune con lui, che ogni uomo tanto più deve desiderare di avere in comune con lui, quanto più elevata e degna d’ amore “; la religione cristiana fa di Cristo un Dio e lo venera: entrambe si trovano in un unico libro, ma quella di Cristo è scritta con “ parole chiare e inequivocabili “, la cristiana con una terminologia ambigua e confusa.
Il Testamento di Giovanni è inscritto nella proposizione di “ amarsi gli uni gli altri “; l’ incipit del Vangelo di Giovanni “ in principio era la parola “ andrebbe inscritto in ogni chiesa a caratteri d’ oro, Platone stesso non avrebbe potuto dire cosa più sublime.
Ne “ L’ educazione del genere umano “ [ Lessing finse di essere solo l’ editore di uno scritto affidatogli da un amico ] si manifestò la sintesi del pensiero di Lessing, nelle “ Controdeduzioni “ che accompagnano i “ Frammenti “ affermando che il fondamento delle religioni positive è da ricercare nell’ analisi storica negli eventi ambientali in cui sono sorte, inoltre bisogna distinguere – distaccandosi da Reimarus – la rivelazione dai testi che ne parlano, la prima è unica ed intelligibile verità razionale che si manifesta per gradi.
Nelle “ Controdeduzioni “ al quarto e quinto frammento, si delinea quel processo di storicizzazione e razionalizzazione del concetto di rilevazione che sarà espresso in maniera compiuta ne “ L’ educazione del genere umano “; se scrive Lessing il miracolo della tradizione è in dubbio, è autentica la tradizione ed rappresenta la linfa vitale per la fede.
La pubblicazione dei frammenti aprì un intenso dibattito in materia teologico – religiosa, a Schumann che sosteneva che la validità della religione cristiana si basasse sull’ ispirazione divina degli evangelisti, Lessing rispose con un breve scritto ed un ulteriore dal titolo “ Il testamento di Giovanni “, in cui affermava che se la narrazione evangelica fosse vera, non si può negare la differenza di valore tra un miracolo vissuto personalmente ed uno mediato, al di là delle dispute teologiche, l’ unico autentico di Cristo è l’ amore per gli uomini.
Lessing realizzò una distinzione tra la sovrastruttura teologico – metafisica fondata sul dogma e la verità interna del cristianesimo, l’ amore totale ed universale, superante le scissioni e le differenze tra gli uomini; ne “ La religione di Cristo “ separò una religione di Cristo [ indubbia filologicamente ] da una religione cristiana [ su cui si annidano vari dubbi, nella replica a Ress, esalta il messaggio di Cristo capace di rimanere inalterato per secoli ].
L’ opera “ L’ educazione del genere umano “ di cui i primi cinquantatré paragrafi furono scritti nel 77’ e gli ultimi quarantasette nel 1780, è interamente percorsa dalla tesi secondo cui la rivelazione è per l’ umanità ciò che l’ educazione è per il singolo individuo, educazione e rivelazione si manifestano nel corso del tempo ed anticipano ciò a cui l’ uomo perverrebbe con la ragione.
La prima parte dell’ opera tratta dell’ Antico testamento o della religione d’ Israele [ 1 – 52 ], la seconda parte prende in considerazione il Nuovo Testamento [ 53 – 75 ], ed infine dalla proposizione 76 alla 100, l’ argomento in questione è il nuovo Vangelo eterno, già professato dai mistici del 1200 e 1300.
Nell’ ambito teologico la concezione della rivelazione come educazione del genere ha i suoi effetti positivi, tutto ciò che è raggiunto tramite l’ educazione e la rivelazione, può essere raggiunto anche mediante la ragione, ma solo più lentamente.
Lessing dice che l’ umanità sarebbe rimasta allo stadio del politeismo e dell’ idolatria, se Dio non avesse deciso di rivelarsi al popolo più rozzo e più barbaro [ il popolo di Israele ] per “ poter cominciare con esso fin da principio “.
Il popolo d’ Israele non era degno nemmeno di prendere parte al culto degli Egizi [ 9 proposizione ], la ragione può essere riscontrata nel fatto che i sacerdoti egiziani per governare meglio sostennero che i giudei non potevano avere un loro Dio.
Dio si manifestò in prima battuta come Dio dei suoi padri, assuefacendo il popolo all’ idea di un unico Dio [ ancora però alla dimensione infantile ], facendolo giungere tardi a quell’ idea, il tipo d’ educazione che ricevette fu fatta di castighi, premi sensibili ed immediati, si confaceva quindi alla sua età infantile.
Lessing nella proposizione 17, afferma la coincidenza di educazione e rivelazione, dicendo che non si era ancora approdati alla tesi dell’ immortalità dell’ anima, in quanto mancava l’ aspirazione ad una vita futura, quella di Dio fu un’ istruzione saggia, dato che non affrettò l’ insegnamento.
Dio educando gli ebrei, educò i futuri educatori del genere umano, cresciuto tra carezze e percosse, il popolo ebreo fu gettato in terra straniera [ Lessing si riferisce alla cattività babilonese ], conoscendo il bene.
Mentre il popolo eletto cresceva gradatamente, degli altri popoli, molti rimanevano indietro ed agli straordinariamente lo avevano sorpassato, così come tra fanciulli lasciati a se stessi, “ molti restano del tutto rozzi, alcuni invece sì formano da sé in modo straordinario. “ [ proposizione 20 ]; nota Lessing che il fanciullo guidato gradatamente nell’ educazione una volta raggiunto “ l’ altro più felicemente dotato dalla natura “, non si fa più superare.
Nell’ Antico Testamento sembra dubbia l’ unità di Dio, non comparendo nemmeno la tesi dell’ immortalità dell’ anima e della vita futura [ la mancanza di tali dottrine, come si legge nella proposizione 23, non toglie l’ origine divina a questi testi ], i miracoli agli ebrei, nota Lessing non valgono per un singolo popolo, ma per l’ intero genere umano. [ 22 ]
La posizione di Warburton che vede da Mosé a Cristo, un continuo miracolo è da ritenere erronea; Lessing dice che così come un buon libro può lasciare questioni aperte che verranno comprese più avanti, senza sbarrare la strada all’ apprendimento, così nell’ Antico testamento, la mancanza della dottrina dell’ immortalità dell’ anima e della remunerazione futura, non fu deleteria al rozzo popolo di Israele.
Il libro di Giobbe pare essere stato scritto da un uomo che credeva che ad ogni buona azione corrispondesse una felicità e da un misfatto l’ infelicità, un popolo che avesse fatta sua questa esperienza di fede, non avrebbe mosso nessun passo per far propria la verità, un uomo pio e felice, non turbato dai pensieri della morte, come potrebbe aspirare alla vita futura? [ proposizione 31 ].
Il fatto di negare [ l’ immortalità dell’ anima ] o di sottomettere alla riflessione ciò che prima si accettato senza curarsene, è un segno di progresso verso la strada della conoscenza: un popolo educato ad un’ obbedienza eroica verso il suo Dio, sarà destinato a realizzare grandi progetti.
Il popolo giudeo aveva venerato Jahweh come unico Dio, si trattava di un Dio geloso apprezzato solo in relazione agli idoli meschini delle popolazioni vicine: venne a contatto con la religione persiana, in cui dominava il più maturo Essere di tutti gli esseri.
Lessing dice che la rivelazione é ragione, e a sua volta la ragione ha rischiarato la rivelazione [ proposizione 36 ], paragonando al popolo giudeo quel fanciullo che mandato in terra straniera ed accortosi del fatto che gli fanciulli sappiano più di lui, invece di dare la colpa a lui stesso, dà la colpa ai primi libri su cui studiò.
Il confronto con i persiani fu fondamentale, in quanto il popolo giudeo passò da un Dio nazionale, ad un Dio – Assoluto, senza più temere apostasie ed idolatrie, grazie ad una feconda riscoperta nelle sue scritture.
Il contatto con i Caldei, i Persiani e i filosofi greci in Egitto, fece conoscere al popolo giudeo, la dottrina dell’ immortalità dell’ anima, che non divenne mai una fede di tutto il popolo ma solo di una setta [ una prima forma di immortalità dell’ anima fu iscritta nella credenza secondo cui la minaccia divina di colpire i padri si tramanda fino alla quarta generazione ].
I rabbini trasmisero un insegnamento cavilloso e pedantesco al popolo ebreo, non corrisposto ad un’ età giovane, dove il fanciullo riceverebbe grande danno da un libro pieno di allusioni e allegorie [ 51 ].
Cristo – Lessing scrive nella proposizione 53 – è colui che strappa di mano al fanciullo il libro elementare ormai superato: si sta compiendo il secondo grande passo pedagogico. Il fanciullo ha superato la logica del castigo e del premio terrestre, si é elevato secondo ragione esprimendo azioni morali più nobili e sentendo il bisogno di essere libero e felice come i suoi fratelli maggiori [ 55 ].
Lessing dice, che era tempo che sulla vita terrena cominciasse ad influire l’ aspettazione di un’ altra vera vita, Cristo fu il primo verace maestro dell’ immortalità dell’ anima [ 58 ]: verace perché in lui si compirono miracoli e profezie [ ora noi non possiamo più provare la resurrezione, essa fu importante allora per la conferma della sua dottrina ], pratico, in quanto confermò con atti interiori ed esteriori l’ immortalità dell’ anima [ non con considerazioni filosofiche ], inoltre se l’ idea della punizione e di un’ altra vita ad essa legata, era già presente negli altri popoli, Cristo aprì la via del cuore.
I suoi discepoli per aver propagato la dottrina cristiana vanno annoverati tra i pedagoghi dell’ umanità, si tratta però di prendere coscienza della differenza che intercorre tra la religione di Cristo e le intromissioni delle altre religioni, fatte dagli stessi discepoli: il Nuovo Testamento è il secondo migliore libro elementare, per diciassette secoli varie intelligenze si sono occupate di tale scritto, illuminando l’ intelligenza solo della luce che apportò la stessa ragione [ la dottrina dell’ immortalità dell’ anima, è predicata come rivelazione e non argomentata ].
I nostri occhi fin tanto che la ragione non sarà giunta a dedurre e connettere le verità presenti nel Nuovo Testamento, dovranno ancora guardare verso quest’ ultimo [ vicendevole rischiaramento tra rivelazione e ragione ].
Nella proposizione 73, parlando della Trinità, Lessing asserisce che difficilmente ci si sarebbe potuti esprimere in maniera più intelligibile e conveniente, se non parlando di un Figlio che Dio genera nell’ eternità [ riprendendo argomenti presenti ne “ Il cristianesimo della ragione “ e “ Sulla realtà delle cose fuori di Dio “.
Il termine mistero – scrive Lessing – aveva un significato diverso che ora ha per noi, “ lo svolgersi delle verità rivelate in verità di ragione, è assolutamente necessaria “, per venire in soccorso al genere umano: quando queste verità furono rivelate, non erano ancora di ragione, ma ” furono rivelate, affinché lo diventassero. “ [ proposizione 76, in cui si paragona ciò che si è detto poc’anzi, al maestro di aritmetica che per orientare gli alunni nel calcolo gli dà il risultato ].
Anche da una religione, la cui verità storica è ancora incerta, è possibile pervenire a nuovi e migliori concetti su Dio, la relazione con l’ uomo e la natura dell’ individuo, le speculazioni su questi argomenti sono state importanti per l’ esercitazioni dell’ intelletto, affinché il cuore umano sia capace di amare la virtù: va allenato su cose spirituali, in modo da purificare anche il cuore.
Dopo aver ribadito la dialettica bipolare tra educazione e rivelazione, dicendo che hanno sempre un fine [ l’ agiatezza che mostriamo al giovinetto, serve per spronarlo verso l’ agire ]: verrà il tempo di un vangelo eterno [ già annunciato nell’ Apocalisse di Giovanni ], un tempo di perfezione, in l’ uomo farà il bene per il bene in sé, e non in funzione di ricompense.
La teoria delle tre età [ proposizione 88 ], aveva anticipato – seppur in maniera confusa – l’ avvento dell’ educazione generale del genere umano [ riferimento a Gioacchino da Fiore ], ma avevano voluto anticipare l’ avvento di questa età sui tempi, gli uomini non ne erano ancora degni.
Tali visionari vollero affrettare ciò che si sarebbe compiuto nel corso di millenni, Lessing dinnanzi a questa volontà anticipatrice, sentenzia: “ Procedi col tuo impercettibile passo, Provvidenza eterna! Solo, fa che per codesta tua impercettibilità io non disperi di te. – Fa ch’ io non disperi di te, anche quando il tuo avanzare dovesse sembrarmi un andare indietro! – Non è vero che la linea più breve sia sempre la retta. “ [ proposizione 91 ]
La strada che per cui l’ umanità perverrà alla perfezione, sarà percorsa da ogni singolo, Lessing fa sua l’ idea della metempsicosi in un orizzonte terreno – immanente [ solo perché antica – scrive l’ autore – non significa che sia un sofisma ], dicendo peraltro che il fatto di non ricordarci delle vite passate è funzionale per non fare un cattivo uso dell’ esistenza presente: “ Ovvero perché, così troppo andrebbe per me perduto? – Perduto? – E che cosa ho poi da perdere? Non è forse mia tutta l’ eternità? “ [ proposizione 100 ].
L’ esperienza dell’ umanità nelle singole età corrisponde a quella degli individui singolarmente considerati, ciò che risulta fondamentale porre in rilievo è la nichilizzazione di ogni pretesa trascendente – oggettiva di qualunque religione [ in particolare modo il Cristianesimo ], il nuovo evangelo di cui parla Lessing esprime una concezione laica ed egualitaria, distanziandosi dalla visione ortodossa e dal deismo, nella misura in cui dona un valore ad ogni singolare religione positiva nel suo contesto cultural – storico, tappe di un processo unico che condurrà ad una luminosa religione razionale, una forma di eticità suprema, l’ umanità è quindi storia e tensione verso forme sempre più alte di ragione.
La vera religione è moralità, quest’ ultima si svolge e si arricchisce nel corso della storia, nel testamento di Giovanni si ricorda “ filioli diligite alterum… quia praeceptum Domini est, et si solum fiat, sufficit “, la vera religione è perciò tolleranza intrinseca, legge sociale, principio d’ amore e comune ricerca verso il bene, in conclusione è: amore, progresso e morale, continuo cammino di perfezionamento dell’ umanità [ ideali della borghesia del 700’ ].
Nella filosofia di Lessing la relazione Dio – mondo è relazione di necessità ed identità, e come Jacobi nota, nel pensiero lessinghiano vi sono tracce evidenti di spinozismo , con il rifiuto totale di un Dio trascendente e personale; la visione panteistica dell’ Uno – Tutto è già presente nello scritto del 62’ – 63’, “ Sulla realtà delle cose fuori di Dio “ con una posizione di forte sapore bruniano, dice che le cose sono in Dio, come le nostre idee nell’ io pensante.
Nel rifiuto del Dio trascendente [ reso manifesto nel colloquio con Jacobi ], Lessing unisce alla staticità del Dio spinoziano il motivo dello sviluppo di leibinziana memoria, la teoria della metempsicosi è finalizzata a permettere a ciascuno di raggiungere una perfezione morale: la storia dello spirito umano è la storia di Dio nell’ uomo, vivere significa quindi educarsi, passando anche per esperienze di conflitto e di dolore.
Il parallelismo tra l’ individuo ed il genere umano, pone nella filosofia di Lessing un’ autocoscienza pedagogica, l’ educazione è storia, e corretta se realizzata alla luce di rendere autonomo l’ uomo, insegnandogli a pensare da sé: la filosofia è un sapere pratico, per l’ agire, ciò che conta non è la massa dell’ informazioni conosciute, ma lo slancio che svela il singolo nel suo processo gnoseologico [ anticipazione dello Streben di kantiana e fichteana memoria ].
Da Leibinz, Lessing riprende i concetti di individualità ed evoluzione, trasportandoli sul piano umano, il soggetto umano – individuale [ alla pari della monade ] è una tappa del grande processo evolutivo, e rappresenta una realtà viva e concreta, tra particolare ed universale non c’è quindi opposizione [ Leibniz parlava di verità di fatto e di ragione ], come la religione positiva è momento del percorso verso la religione razionale, così nel particolare individuo si manifesta l’ universale.
Se il processo storico [ formazione del genere umano ] e quello processo educativo [ formazione della coscienza ] sono interscambiabili, le tappe del percorso educativo non corrispondono perfettamente a quelle della dimensione storica: l’ evoluzione del singolo individuo subisce il condizionamento del contesto della civiltà in cui vive.
L’ educatore deve aver rigore ed affetto per chi educa, partendo da libri semplici ed elementari, per giungere a testi più complessi, in modo tale che le problematiche lasciate aperte in prima battuta, possano essere chiarite e risolte successivamente, l’ educazione non dovrà essere solo libresca, ma compiersi anche attraverso l’ esperienza [ le discipline da studieranno saranno le scienze naturali, la storia religiosa e civile, ed infine la morale ].
Fine dell’ uomo come del genere umano è il rischiaramento dell’ intelletto e la purezza del cuore, il futuro di cui parla Lessing è avvolto in un velo d’ utopia, una sorta di fusione superante di pietismo e massoneria, in cui tutte le differenze di classe per la piena realizzazione dell’ umanità saranno annullate.
Da un punto di vista pedagogico più che a Basedow e Locke, Lessing deve molto a Rousseau, nella misura in cui per entrambi, compito infinito dell’ uomo è il raggiungimento di una natura spirituale, razionale e ricca in tutte le sue manifestazioni.
Nel pensiero di Lessing la razionalità e l’ istanza religiosa non vengono a contrapporsi, ma sono inseriti un unico processo, all’ astratto razionalismo sfugge la storia, negando quasi la realtà del divenire, gli ebrei – a differenza dei filosofi greci e dei pensatori indiani – rifiutando la visione ciclica della del tempo, colgono l’ irriducibilità degli eventi storici.
In Lessing la religione si fa razionale e la religione si fa razionale, la ragione si costituisce come ragione storica in grado di pensare il tempo: “ La legge comteana dei tre stadi dell’ umanità, la concezione idealista e particolarmente hegeliana della storia come progressiva manifestazione di Dio, l’ intuizione liberale della perfettibilità umana, l’ umanismo religioso di Feuerbach, e infine, la nuova filosofia della praxis e il materialismo storico di Marx: sono tutte particolari determinazioni e ulteriore svolgimento della sintesi lessinghiana tra religione e ragione nel concetto unitario del progresso come progresso della razionalità. “F. Canfora .