"La phoné è la sostanza significante che si dà alla coscienza come intimamente unita al pensiero del concetto significato. Da questo punto di vista, la voce è la coscienza stessa. Quando parlo, non solo ho coscienza di essere presente a ciò che penso, ma anche di mantenere il più aderente possibile al mio pensiero o al 'concetto' un significante che non cade nel mondo, che io intendo nel momento medesimo in cui lo emetto, e che sembra dipendere dalla mia pura e libera spontaneità, senza esigere l'uso di alcuno strumento, di alcun accessorio, di alcuna forza presa nel mondo. Beninteso questa esperienza è un inganno, ma un inganno sulla cui necessità si è organizzata tutta una struttura o tutta un'epoca."
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"La diffèrance va ad occupare lo scarto della differenza ontico-ontologica, così come essa si pensa l'l'epoca, in particolare attraverso, se è ancora possibile usare questo termine, l'inaggirabile meditazione heideggeriana?
Non c'è una risposta semplice a una tale questione.
Sotto un certo suo aspetto, la diffèrance non è certamente che il dispiegamento storico ed epocale dell'essere o della differenza ontologica. La a della diffèrance marca il movimento di questo dispiegamento. E tuttavia il pensiero del senso e della verità dell'essere, la determinazione della diffèrance come differenza ontico-ontologica, la differenza pensata nell'orizzonte della questione dell'essere non è ancora un effetto intra-metafisico della diffèrance". (Derrida, "Margini della filosofia")
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