FOTO DI ARENDT
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Con la parola e con l'agire ci inseriamo nel mondo umano, e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra apparenza fisica originale. [...] Il fatto che l'uomo sia capace di azione significa che da lui ci si può attendere l'inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità. Di questo qualcuno che è unico si può fondatamente dire che prima di lui non c era nessuno. Se l'azione come cominciamento corrisponde al fatto della nascita, se questa è la realizzazione della condizione umana della natalità, allora il discorso corrisponde al fatto della distinzione, ed è la realizzazione della condizione umana della pluralità, cioè del vivere come distinto e unico essere tra uguali. (Vita Activa)

Da sinistra: donna sconosciuta, Hugo Friedrich,
Hannah Arendt, Benno von Wiese,
Heidelberg University, 1928

Hannah Arendt and Mary McCarthy, ca. 1960s.

Gunther Stern e Hannah Arendt,
1929

Hannah Arendt durante una lettura
Germania, 1955

Parte di un "Affadavit of identity in lieu of passport", nel quale è scritto "I wish to use this document in lieu of a passport which I, a stateless person, cannot obtain at present."

Hannah Arendt, Manomet,
Mass., 1950

Hannah Arendt con suo padre,
Max Arendt, senza data.

Hannah Arendt, in Jerusalem, ca. 1964.

Mary McCarthy e Hannah Arendt, Aberdeen, Scotland, 1974

Hannah Arendt e Heinrich Blucher,
New York 1950

Hannah Arendt presso Università di Chicago, senza data

 Hannah Arendt con sua madre, 
Martha, Beerwald, 1912






































































































































































Il successo dei movimenti totalitari fra le masse segnò la fine di due illusioni care ai democratici in genere, e al sistema di partiti degli Stati nazionali europei in particolare. La prima era che il popolo nella sua maggioranza prendesse parte attiva agli affari di governo e che ogni individuo simpatizzasse per l’uno o l’altro partito; i movimenti mostrarono invece che le masse politicamente neutrali e indifferenti potevano costituire la maggioranza anche in una democrazia, e che c’erano quindi degli Stati retti democraticamente in cui solo una minoranza dominava ed era rappresentata in parlamento. [...] La seconda illusione era che queste masse apatiche non contassero nulla, che fossero veramente neutrali e formassero lo sfondo inarticolato della vita politica nazionale; [...] Da un punto di vista pratico, non c’è molta differenza se i movimenti totalitari adottano l’orientamento del nazismo o quello del bolscevismo, se organizzano le masse in nome della razza o della classe, se pretendono di seguire le leggi della vita e della natura o quelle della dialettica e dell’economia. (Le origini del totalitarismo)




La filosofia e i suoi eroi