HERRADE DI HOHENBURG (O DI LANDSBERG)
Sappiamo assai poco
delle origini di questa monaca colta, che a partire forse dal 1167 fu la
badessa dell’antica abbazia di Hohenburg in Alsazia, recentemente rifondata da
Federico Barbarossa; di lei abbiamo però un ritratto, l’ultima miniatura del
manoscritto che contiene la sua opera, l’Hortus deliciarum (Giardino
delle delizie), e vari documenti che ne testimoniano l’attività di
organizzatrice vigorosa e intelligente della vita monastica. Partecipò al rinnovamento
della vita spirituale del suo secolo, nel quale le donne ebbero un ruolo
rilevante, sia attraverso l’attività di direzione della comunità che guidò
ispirandosi al nuovo ordine monastico dei Premostratensi; sia con la redazione
del già ricordato Hortus deliciarum, che testimonia il suo impegno per
promuovere la vita spirituale e intellettuale delle monache a lei affidate. La
data di composizione di quest’opera si colloca verosimilmente nel decennio
1175-1185, ovvero quasi contemporaneamente agli anni in cui nel monastero di
Rupertsberg veniva redatto il grande manoscritto miniato del Liber Scivias
di Ildegarda di Bingen. Benché il manoscritto dell’Hortus deliciarum sia
andato perduto, si conservano di esso riproduzioni e testimonianze che ne hanno
permesso una virtuale ricostruzione: si tratta di una raccolta organica di
testi sulle arti liberali, ampiamente illustrata da miniature non puramente
esornative, ma chiaramente coordinate sulla base di un piano didattico e
storico: il materiale enciclopedico viene articolato come un grande disegno che
ha al suo centro la vita di Cristo. I testi raccolti e l’ordine loro conferito
mostrano che si trattava di un libro utilizzato per l’insegnamento, ed esso
costituisce quindi un esempio concreto della cultura monastica ancora
protagonista nel panorama del XII secolo.