Nelle opere giovanili (
Il dramma moderno , 1908;
L'anima e le forme , 1911;
Teoria del romanzo , 1916) Lukācs esprime, in modi assai intensi e stimolanti interessi e interrogativi a metā strada tra l'estetica e una filosofia di tipo storico-esistenziale: il problema e la funzione dell'arte, la natura dell'uomo e il suo destino, il senso e il 'telos' della cultura d'occidente orfana dei princėpi di armonia e totalitā che l'avevano caratterizzata ai suoi esordi classici. Nell'
Anima e le forme , forse il saggio pių compiuto e significativo di quest'epoca, Lukācs manifesta i propri debiti sia nei confronti della tradizione storicistico-neokantiana, sia nei confronti della problematica filosofica della vita e dei valori. Da un lato il proposito č di approfondire le specificitā della dimensione artistica, dall'altro č quello di rapportare tale dimensione a una riflessione estico-esistenziale. Di particolare rilievo č la
netta contrapposizione istituita tra arte e scienza : Lukācs sottolinea che "
nella scienza ci impressionano i contenuti, nell'arte le forme; la scienza ci offre i fatti e le loro connessioni, l'arte invece ci offre anime e destini ". Lukācs individua la differenza essenziale tra l'opera artistica e l'opera scientifica nel fatto che l'una č infinita, l'altra finita; l'una č aperta , l'altra chiusa; l'una č fine, l'altra č mezzo; l'una č qualcosa di primo e di ultimo, l'altra č superata ogni qualvolta si produce una prestazione migliore. Nell'ambito di questa impostazione di assoluta opposizione fra mondo della natura (scienza) e mondo dello spirito (arte, filosofia) Lukācs concentra la propria attenzione non giā sulle realtā empiriche quotidiane, bensė sulla realtā pių vera dell'anima e delle idee. "
Non mi riferisco - scriveva - alla veritā comune, alla veritā del naturalismo, che meglio sarebbe chiamare quotidianitā e trivialitā, ma alla veritā del mito, il cui vigore riesce a tenere in vita per millenni antichissime saghe e leggende ". In questo quadro di svalutazione della naturalitā e della quotidianitā dell'esistenza umana in valore centrale viene ad assumere il problema delle condizioni nella quali la vita puō essere autentica. Lukācs individua tali condizioni nella "
forma tragica ". Mentre l'esistenza naturale e quotidiana concepisce la morte soltanto come qualcosa di minaccioso e di assurdo, per il punto di vista tragico, invece, la morte č una realtā immanente, indissolubilmente connessa con ogni evento esistenziale. Un'adeguata acquisizione di ciō consente, se non l'elaborazione di orientamenti e valori positivi , almeno un atteggiamento di lucida ed 'eroica' consapevolezza , che in qualche modo riscatta la vita dalla sua dimensione banale e in autentica. Lukācs abbozzava cosė in
L'anima e le forme una problematica che č stata giustamente definita "proto-esistenzialistica": quasi una sorta di "pre-heideggerismo", incentrato perō su una tensione dialettica fra l'aspirazione dell'uomo all'Assoluto delle "forme" e delle "idee" e la sua condizione limitata e compromessa dal mondo della finitezza e della determinatezza.
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